Nel Consiglio d’Amministrazione del 13 settembre, la cooperativa Intrecci ha deciso di intitolare la Bottega del Mondo a Luigi Cozzi.
Già ai funerali avevamo anticipato che Luigi sarebbe restato con noi e ora, d’intesa con gli amici della Cooperativa Cielo, abbiamo trovato un modo per non dimenticarlo e attribuirgli il giusto riconoscimento attraverso un segno pubblico di pace e giustizia nella comunità di Rho.
Per noi che l’abbiamo conosciuto da vicino, che gli siamo stati amici e colleghi, diventa un’occasione per superare la tristezza che ancora ci coglie, quando lo ricordiamo. Dal gruppo Malawi, al gruppo missionario del decanato, all’associazione Caleidoscopio, alla Cooperativa Cielo, alla Cooperativa Intrecci: più di trent’anni per testimoniare un servizio paziente per gli ultimi ed un amore silenzioso per la giustizia. Non sarà facile dimenticare la sua presenza costante, mite e nel contempo tenace, la sua assoluta fedeltà agli impegni presi, il senso di responsabilità operoso, l’obbedienza ai grandi ideali di fratellanza che in lui sono diventati affidabilità sempre e comunque.
Anche per questo ci piace ricordare Luigi come il prototipo dell’eroe della normalità, che si contrappone ai vacui modelli di narcisismo e super-io che vanno oggi per la maggiore.
Ma la speranza non si ferma qui.
Siamo sicuri che la presenza di Luigi sarà protettiva per il bene della nostra città e per gli operatori di pace, giustizia e carità. E quindi anche per la cooperativa Intrecci. Un poco come quella di Don Gian Paolo, che non ha mai smesso di intercedere per noi.
E forse già qualcosa prende forma.
Il funerale di Luigi è stata una straordinaria occasione per rivivere il percorso di una vita di impegni tra tante persone che magari non si vedevano da tempo. Donne e uomini che oggi fanno cose molte diverse tra loro: alcune hanno scelto di intraprendere una scelta professionale sociale ma i più conducono una vita ed una professione normalissima. Sono state sufficienti poche parole per capire che tutti si ritrovano ancora nei valori di carità e di giustizia sociale, con i quali si è cresciuti insieme.
Ecco, Luigi potrà essere un ponte importante tra tutti noi, per tenerci uniti, almeno idealmente, affinché quelle opere, che gli sono state tanto care e per le quali ha speso una vita, possano continuare a dare segnali “scomodi” alla nostra comunità, che sempre più rischia di essere rapita da sirene che parlano di odio, divisione, contrapposizione, muri.
La Bottega è una prima opportunità, con la “fatica” di acquistare prodotti che magari costano di più ma che escono da canali commerciali iniqui. Ma potrebbe non essere la sola. A tutti noi resta il compito di restare vigili a cogliere i segnali del vento della solidarietà, che la creatività sociale saprà ispirarci.
Massimo Minelli