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leccoUna bella storia, che ci racconta che farcela da soli – anche dopo tanti anni, e con un disagio psichico con cui convivere – è possibile.

È la storia di Luca, Adriano e Mattia (i nomi sono di fantasia), tre uomini che oggi hanno tra i 40 e i 55 anni. La loro storia insieme inizia dieci anni fa, quando tutti e tre vivevano in una comunità psichiatrica ma per loro era giunto il momento di provare a fare un piccolo passo in più.

Gli operatori della cooperativa L’Arcobaleno, che gestisce le comunità in cui vivevano, propongono loro di andare a vivere in un appartamento con una formula di residenzialità leggera: cioè quella che potremmo definire un’autonomia accompagnata, dove persone con disabilità psichica possono abitare in autonomia, conducendo la loro vita con il solo supporto di educatori e operatori che garantiscono la presenza e l’aiuto solo in alcuni momenti della giornata.

Così i tre uomini entrano nel loro appartamento al 1° piano di un condominio in via della Pergola, a Lecco: un condominio normale, come tanti in città, dove vivono diverse famiglie, italiane e straniere.

All’inizio gli operatori li hanno supportati molto, e per molte cose, passando da loro anche un paio di volte al giorno. Ma dopo 8 anni di strada ne hanno fatta: «Ormai erano praticamente autonomi in tutto, per quanto riguarda la vita quotidiana, avevano una buona vita sociale, erano integrati nella parrocchia e nelle associazioni di quartiere – spiega Fabio Crimella, l’educatore dell’Arcobaleno che li ha accompagnati in tutto questo tempo. – Oggi passo solo io, dedicando a ciascuno di loro un’ora a settimana».

Quattro e mezza, spesa fatta.
È un po’ il loro motto, ed è il simbolo di quello che hanno conquistato per loro stessi. Inizialmente i tre venivano aiutati persino a compilare la lista della spesa: «si vedeva insieme cosa mancava in casa, cosa era necessario comprare, creavamo insieme il menù, li accompagnavamo al supermercato al supermercato – racconta Fabio. – Oggi hanno bisogno di una persona solo che li riporti a casa dal supermercato, con le borse della spesa, ma solo perché non sono automuniti. Anche se stiamo lavorando persino su questo. Quattro e mezza, spesa fatta è la parola d’ordine per indicarci a che ora dobbiamo andare prenderli fuori dal negozio».

Abitare insieme non è mai semplice, a maggior ragione in situazioni delicate come quelle che vivono Mattia, Luca e Adriano. Uno dei maggiori lavori è stato quello di creare “il gruppo”, e far sì che i legami fossero non quelli tra coinquilini, ma simili a una famiglia. Il principio del mutuo aiuto, darsi una mano l’un l’altro, in questo, è fondamentale. E si è rivelato molto importante quando, qualche mese fa, Adriano ha avuto una piccola ischemia: un evento che li ha interrogati molto su come aiutarsi, come gestire un’emergenza o un imprevisto in casa senza ricorrere alla cooperativa: fosse pure per un tubo del bagno che si rompe.

Ma anche questo li ha preparati al secondo salto. Questa volta al quarto piano.

Dal primo al quarto piano.

Quattro anni fa gli educatori con i tre uomini hanno riflettuto sulla possibilità di conquistare un altro pezzo di cielo. Che ha portato il nome di housing psichiatrico.
I tre si sono trasferiti in un altro appartamento dello stesso stabile, più bello, al quarto piano. La coop L’Arcobaleno l’ha preso in affitto per loro, ma da questo momento sono stati i tre a preoccuparsi di pagare la loro quota mensile e le bollette. Un ulteriore salto: un aumento delle responsabilità e delle capacità di gestirsi la casa, le scadenze, i budget: come in tutte le famiglie.

E dalla primavera di quest’anno, invece, ce la fanno completamente da soli. La cooperativa li ha lasciati camminare da soli: l’affitto e le utenze sono intestate a loro, L’Arcobaleno non c’entra più.
Hanno preso la residenza a Lecco e sono e si sentono cittadini di questa città a tutti gli effetti.

Ma siccome la vita va avanti, i tre si stanno preparando a una nuova sfida: Mattia, da un anno, ha una fidanzata, e sta prendendo corpo il sogno di una vita di coppia, in una casa loro. Succede in tutte le famiglie.
E, come in tutte le famiglie, chi resta – come chi va – dovrà trovare un nuovo equilibrio e imparare a costruirsi di nuovo quella che tutti chiamiamo casa.

Marta Zanella