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sgiovannibattista lainate 300x300Esperienze di un’educatrice nel servizio Housing Sociale e Tutoring di Casa San Giovanni Battista a Lainate.

Sandro è un ragazzo poco più di trent’anni. Basta guardarlo sul volto al primo colloquio per comprendere che la storia che porta con sé ha lasciato segni anche sul suo corpo. Accetta di partecipare al progetto “tutoring sociale” forse perché per lui è l’ultima spiaggia, anche se – pur sfiduciato –  è chiaro sin dall’inizio che non ha ancora “mollato” del tutto.
Sul suo volto la diffidenza di chi ha imparato a non fidarsi più di nessuno e nell’animo, credo, la sofferenza di chi per anni ha soffocato in silenzio una storia di abusi e violenze.

Silenzio…sì, lo stesso dei nostri primi colloqui.

D’altronde lo so, quel dolore muto ha bisogno di tempo e pazienza per essere espresso in parole di senso che diano significato a quegli agiti.

Ancora ti chiedi il perché di quell’uso smodato di droghe e di alcool che hanno sortito solo l’effetto illusorio di un placebo mortifero.
E’ bastata una relazione fallita a ricordartelo ed è ricrollato tutto.
Me lo hai detto anche tu che il castello di cristallo era troppo fragile per mantenersi da solo.
Ma la vulnerabilità diventa una forza solo se uno si permette di ascoltarla.

Ah, illusa indipendenza che nasconde disperata solitudine!

Tu, l’ambivalenza di chi ha bisogno di essere riconosciuto, come “persona intera” e come uomo.
Ma io non mi sono arresa. E non solo perché è il mio lavoro. Questo lo hai capito anche tu.
Il bello è che neanche tu hai mollato.
E allora è successo così… che ho voluto accompagnarti anche solo per un po’…che ho voluto almeno provarci a farti cambiare quello sguardo.  
Mi son detta che se riuscivo a darti almeno un briciolo di incontro autentico, rispettoso, potevo dire di aver fatto bene il mio lavoro educativo.

Il progetto tutoring con te va avanti così, tra silenzi, pause, rispetto delle tue difese e aiuto nel disbrigo delle pratiche quotidiane. D’altronde il reinserimento nella società passa soprattutto attraverso il riconoscimento delle tue risorse.
Sì che ce le hai.
Semplicemente ora non le vedi.

I mesi passano e piano piano la diffidenza si trasforma in amichevole fiducia…mi ascolti perfino quando ti confronto sui tuoi errori.
Penso che ora sì che sei pronto a cambiare!

Eh già, il progetto è concluso, ha un suo tempo ben definito ed ora bisogna proprio salutarsi.
Sì lo so che i saluti non sono il tuo forte.
Ti faccio una confidenza…non sono semplici neanche per me!

Chissà se alla fine hai preso la patente. Chissà se hai iniziato con i ricoveri ospedalieri.
Una cosa è certa…ora tocca a te, guida tu, il timone della tua vita è tuo…
Fanne buon uso Sà, senza troppe peripezie.
La vita spericolata lasciamola al tuo Vasco.

Maria Rosaria Antonelli