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Alle ore 9:19 del 19 maggio 2017, un venerdì non proprio primaverile, chi si fosse trovato a transitare – per caso o per necessità –  in via Lega Lombarda a Busto Arsizio, non avrebbe forse saputo che cosa pensare: furgone e auto della Polizia Penitenziaria con i lampeggianti accesi, una macchina dei CC (ma forse loro sono passati per caso), uomini in divisa ed uomini in borghese, uomini bianchi e uomini neri…

Chissà cosa sta succedendo!

Qualcuno che dà ordini e qualcuno (i più) che ascolta e annuisce… di sicuro, tra tutti, un bel gruppo di personaggi un po’ strani… dulcis in fundo dopo un po’ arrivano anche un prete, una suora e la postina …tutti in divisa!
E tutti quanti che entrano in quella che è conosciuta come Casa Onesimo! Chissà che “cinema” davano! (avrebbe pensato il Bustocco doc).

onesimo 300x300E in effetti il cinema era proprio interessante: Casa Onesimo apriva quel giorno le  porte e le braccia dei suoi ospiti e operatori, per accogliere – in una giornata di festa e serenità condivisa – 12 detenuti del carcere di Busto Arsizio. L’iniziativa aveva lo scopo di dare, ad un gruppo ristretto e scelto di detenuti che non accedono regolarmente ai permessi premio ordinari per le uscite, una possibilità per una giornata all’esterno del mondo carcerario.

Settecentovent minuti o dodici ore, non una di più non una di meno, in cui tirare il fiato, telefonare magari dopo tanto tempo alle famiglie e ai parenti, vicini o lontani, sentirsi in una “casa” diversa dal solito, e fraternizzare con gli altri ospiti in una giornata di allegra condivisione. Benché la pioggia abbia sabotato i nostri progetti di organizzare una partita di pallone pomeridiana, la giornata si può dire sia stata davvero positiva, grazie anche all’aiuto e alla cooperazione di tutti.

Da don Silvano, alla scorta della polizia penitenziaria, ai volontari, e soprattutto agli altri ospiti, da chi vive stabilmente a Onesimo, a chi si è aggiunto per un permesso prolungato di qualche giorno: tutti pronti ed entusiasti di poter dare una mano per far sentire a proprio agio i nuovi ospiti, dal pranzo condiviso  cucinato insieme da alcuni richiedenti asilo e dai permessanti – coordinati dal generoso maestro delle cucine Jean Claude – all’aiuto prezioso per gli acquisti delle schede telefoniche da parte di chi poteva uscire dalla struttura.
Arrivati a sera, stanchi per le tante emozioni, ciò che colpiva di più era il fatto che fosse palpabile una certa allegria, dovuta alla gratitudine per l’opportunità della giornata passata insieme, al punto da mettere in secondo piano la consapevolezza dell’imminente ritorno alla Casa Circondariale.
 
Angelo Rossi e Giovanni Formigoni