“Mi piacerebbe tanto aiutare gli altri”. Questa la risposta di uno dei più attivi ospiti della Comunità sociosanitaria Casa Simona di Rho alla domanda su cosa gli sarebbe piaciuto fare nel suo tempo libero, quando non impegnato nella frequenza del suo centro diurno.
Si è solitamente abituati a pensare le persone con disabilità come individui che hanno dei bisogni di cura e di assistenza. Questo è vero. Ma è vero anche che, accanto ai bisogni, ci sono anche i desideri e fra questi la necessità di sentirsi utili, di prendersi cura di qualcuno o di qualcosa e di essere riconosciuti dalla società come parte attiva. Questo desiderio non va trascurato, ma coltivato perché porta la persona a gioire della vita e a sentirsi attivamente parte di una comunità. Sappiamo che in tutte le culture del mondo e nelle grandi tradizioni spirituali è rintracciabile un principio comune, una regola d’oro, formulata in diversi modi ma che invita a “non fare a un altro ciò che non vorremmo fosse fatto a noi”. Questa medesima regola può essere formulata anche in modo positivo come invito a fare agli altri “tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi”. Ciascuna persona, indipendentemente dalla sua condizione, di fronte ed accanto all’altro può fare esperienza dell’invito alla “responsabilità”.
Per queste motivazioni, a Casa Simona da quest’estate, complice anche la pausa nella frequenza dai centri diurni da parte di alcuni ospiti, abbiamo dato importanza sì ad uscite e momenti conviviali, ma anche ad iniziative che potessero sostenere il bisogno di sentirsi utili concretamente espresso da alcuni.
Insieme all’Associazione “Briciole Di Pane – Charity Rho ODV”, con cui è già attiva la collaborazione di un ospite di Casa Simona nell’ambito dell’Emporio della solidarietà di Rho, abbiamo attivato un percorso per dare la possibilità ad alcuni ospiti di essere volontari presso la “Bottega del Fresco”, in una attività che raccoglie le eccedenze alimentari, per poi renderle disponibili a famiglie svantaggiate. Il fatto di poter aiutare persone in difficoltà ha fatto sentire i nostri volontari felici di poter sostenere col loro operato altre persone.
Il loro impegno si è fatto particolarmente attento e responsabile, perché consapevoli del concreto impatto del loro fare. Questo dinamismo si è prolungato anche oltre la bottega, poiché una volta rientrati a Casa Simona hanno voluto informare della cosa amici e famigliari. Proprio questo è il valore aggiunto di poter fare esperienza di gratuità e dono del proprio tempo e delle proprie capacità: l’attività non rimane circoscritta al momento specifico, ma accompagna lungo tutto l’arco della giornata, si fa racconto e narrazione. La possibilità di essere e sentirsi utili diventa memoria di un bene fatto e ricevuto, si traduce in attesa per un impegno che motiva, permette di generare legami e restituisce senso al tempo. Del resto è così per tutti, quando facciamo le cose che ci piacciono. Donare e ricevere ci rende uguali, nelle nostre diversità. Le persone con disabilità hanno sì bisogno di ricevere, ma anche desiderio di dare, per allargare il proprio campo di esperienze ed umanità.
L’esperienza di gratuità sperimentata da alcuni ospiti di Casa Simona si è prolungata nel tempo ed è diventata impegno stabile: non solo quindi volontari per un giorno o un periodo, ma cittadini stabilmente attivi.
Possiamo veramente dire che il diritto di sentirsi utili è un diritto che vale per tutti, nessuno escluso.
Maria Luisa Bertoli
Danilo Giansanti
Cos’è “Casa Simona”: