L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (ONU) ha scelto di celebrare la Giornata Mondiale del Rifugiato il 20 giugno di ogni anno al fine di intensificare gli sforzi per prevenire e risolvere i conflitti nel mondo e contribuire alla pace e alla sicurezza dei rifugiati. Una giornata di vitale importanza per la nostra cooperativa che si adopera ogni anno per celebrare tale ricorrenza.
Obiettivo unico del 20 giugno, per noi è il rifugiato: i nostri beneficiari, i ragazzi e le ragazze ed i nuclei familiari accolti nelle nostre strutture e nei nostri appartamenti. Ogni anno, nelle settimane che precedono il 20 giugno, ci ritroviamo ai tavoli d’equipe con la stessa emozione di sempre e con tante idee nuove da presentare.
Qui in particolare ne vorremmo ricordare tre che hanno riguardato i servizi SAI (Servizio accoglienza ed integrazione) Sercop e SAI di Rho, Sai Comuni Insieme, SAI di Caronno Pertusella. Tre esperienze totalmente diverse le une dalle altre, che ci hanno permesso di vivere e sperimentare momenti di condivisione e di apprendimento nuovi ed indimenticabili.
I SAI Sercop e Rho hanno scelto un’esperienza di studio più introspettiva. La giornata a Villa Burba, in collaborazione con l’agenzia Codici, è stata un lavoro di studio e di team building incentrato principalmente sulla delicata tematica dell’abitare. Attraverso tavoli di confronto abbiamo espresso idee, ragionamenti, pensieri e riflessione proprio in relazione alle situazioni reali e concrete di difficoltà alloggiava dei nostri beneficiari.
È stata una giornata di lavoro intenso, di interscambio tra colleghi di diversa estrazione professionale, tutti riuniti per cercare di apportare anche solo un’idea semplice ma funzionale, anche solo un parere che potesse smuovere un po’ le acque, col costante desiderio di migliorare noi stessi, il nostro operato e le condizioni di vita dei nostri beneficiari.
I colleghi ed i beneficiari (grandi e piccoli) di Comuni Insieme hanno invece passato l’intera giornata all’Acquario di Genova. Partiti la mattina presto con un regionale affollato, e la piccola Aisha di due anni che ci dormiva tra le braccia della mamma, siamo arrivati a Genova. Dopo una bella passeggiata al porto, ci siamo addentrati nell’acquario. I bambini erano euforici, correvano di qua e di là, prima a vedere le vasche con le tartarughe e poi con il naso schiacciato sul vetro dei temibili squali! I genitori presenti chiacchieravano con gli operatori e si godevano un po’ di svago. I pinguini e poi i delfini e poi…che fame! Un pranzo al sacco – nel quale tutti condividevano tutto quello che avevano portato – e un po’ di pioggerella hanno dato un break alla corsa felice di quella mattinata.
Terminato il giro all’acquario, abbiamo fatto sosta ad un parchetto giochi e via con le altalene e i giochi d’acqua dalla fontanella in piazza, un gelato accuratamente scelto da un giovane taciturno ragazzo ucraino che, devo ammettere, ha fatto bingo con la qualità del localino trovato tramite google maps e di nuovo stanchissimi sul treno di ritorno. Abbiamo praticamente dormicchiato tutti, sfiniti e felici. Rendersi conto di quanto scontate siano alcune cose, che per altri non lo sono affatto, credo ci abbia reso più consapevoli. Sozzi di ciliege prese ad un negozietto tra le viuzze di Genova, ma consapevoli ed estremamente orgogliosi del nostro impegno lavorativo.
Infine, in pieno luglio, ecco che il Sai Caronno fa uscire un volantino fenomenale con l’invito aperto ad una partita di calcetto e una pastasciutta serale. Hanno aderito molti ragazzi nostri ospiti, colleghi dei vari servizi, ed io (la quota femminile) rigorosamente in porta. Invece loro, così diversi tra loro, erano così uniti mentre inseguivano quel pallone. A piedi nudi, a petto nudo, con la faccia pulita però ed il sorriso stampato sulla bocca. Nessuna rivalità, nessuna tensione, nessun risentimento. E le urla di vittoria che ad ogni gol sconquassavano il campetto. Ci si prendeva in giro con gentilezza e con la stessa gentilezza i ragazzi calciavano alla mia porta, a me non stava bene tutta questa carineria: e tira forte che tanto la paro!
Sfogarsi fisicamente e liberare la mente è una delle cose che ci fa stare davvero meglio, anche solo in quel momento, anche solo per quel giorno. Doccia e poi tutti a cena. Cena cucinata con impegno dai mariti delle nostre colleghe e servita sui tavoli dell’oratorio, tra i quali tutti insieme ci siamo poi ritrovati a commentare la partita appena conclusa.
Queste giornate di condivisione non sono solo fatte e pensate per il 20 giugno, sono il nostro lavoro, per i nostri ospiti, per la loro realizzazione, per il loro benessere, per ricordare loro che non sono soli.
Debora Campanile
Le nostra attività per i richiedenti asilo: https://www.coopintrecci.it/cosa-facciamo/richiedenti-asilo/