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Senza tetto, senza casa, persona che vive per strada, clochard, senza fissa dimora, persona senza dimora, povero/a, barbone. Nell’immaginario collettivo e nel linguaggio comune espressioni come queste richiamano un concetto comune, quello della persona priva di un’abitazione che non dispone di mezzi economici adeguati al proprio sostentamento. In realtà le espressioni e le locuzioni che abbiamo elencato nascondono sfumature e significati anche molto differenti.

Alcune parole vengono utilizzate con una accezione prevalentemente dispregiativa o negativa: “barbone” e “clochard” (dal verbo francese clocher, zoppicare) sono gli esempi più efficaci. Altre si concentrano sull’aspetto materiale della mancanza di un “tetto sopra la testa” (senza tetto, senza casa). Quelle su cui vale la pena di soffermarsi sono invece le due locuzioni “persona senza fissa dimora” e “persona senza dimora”, che molto spesso vengono utilizzate – in modo improprio – come se avessero identico significato.   

L’espressione “senza fissa dimora” è definita nella Legge anagrafica nazionale n. 1228/1954 e identifica la condizione di una persona che, non potendo dichiarare un domicilio abituale, è priva di iscrizione anagrafica o ne possiede soltanto una fittizia. Una persona senza fissa dimora è una persona che non ha dimora abituale in alcun Comune e manca dunque dell’elemento necessario per l’accertamento della residenza. All’interno di questa definizione – puramente burocratico-amministrativa – possono quindi rientrare girovaghi e vagabondi, ma anche lavoratori dello spettacolo, venditori ambulanti e (estremizzando il concetto) campioni dello sport come Jannik Sinner o Pecco Bagnaia, che trascorrono lunghi periodi di tempo lontani dal luogo che hanno eletto come residenza a causa dei loro impegni professionali.

La locuzione “persona senza dimora” deriva invece dal lavoro di FEANTSA (Federazione Europea delle organizzazioni che lavorano con persone senza dimora), che ha sviluppato negli ultimi anni una classificazione definita ETHOS, acronimo inglese traducibile con “Tipologia europea sulla condizione di senza dimora e sull’esclusione abitativa”, che rappresenta al momento attuale il punto di riferimento maggiormente condiviso a livello internazionale. La griglia di ETHOS è riferita in particolare alla condizione abitativa, ma sposta l’attenzione dal mero significato anagrafico di dimora a quello umano e sociale. La persona senza dimora“ è un soggetto in stato di povertà materiale ed immateriale, portatore di un disagio complesso, dinamico e multiforme, che non si esaurisce alla sola sfera dei bisogni primari ma che investe l’intera sfera delle necessità e delle aspettative della persona, specie sotto il profilo relazionale, emotivo ed affettivo” (fio.PSD – Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora).

Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, nelle Linee di indirizzo per il contrasto alla grave emarginazione adulta in Italia, scrive che “ciò che connota le persone senza dimora è una situazione di disagio abitativo, più o meno grave, che è parte determinante di una più ampia situazione di povertà estrema”.

Possiamo quindi concludere che la “persona senza fissa dimora” e la “persona senza dimora” condividono la mancanza di una residenza e di un domicilio stabili, ma non necessariamente condividono la condizione di deprivazione materiale e immateriale che connota il fenomeno della cosiddetta homelessness.

Il tema della residenza anagrafica e dell’accesso ai diritti soggettivi ad essa connessi è certamente uno dei grandi problemi che vivono le persone in cui ci imbattiamo facendo il nostro lavoro, ma non è l’unico. Per questo motivo, quando ci riferiamo alle persone che incontriamo, accogliamo, seguiamo nei vari progetti e servizi in cui Intrecci è impegnata, preferiamo utilizzare l’espressione “persone senza dimora”, piuttosto che “senza fissa dimora”.   

Dario Giacobazzi

PER APPROFONDIMENTI:

https://www.fiopsd.org/persone-senza-dimora

https://www.parlarecivile.it/argomenti/povert%C3%A0-ed-emarginazione/homeless.aspx

https://www.lavoro.gov.it/temi-e-priorita/poverta-ed-esclusione-sociale/Documents/Linee-di-indirizzo-per-il-contrasto-alla-grave-emarginazione-adulta.pdf

https://www.feantsa.org/download/it___8942556517175588858.pdf