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Tempi di cambiamento

Alla fine ce l’abbiamo fatta. Dopo mesi di analisi, approfondimenti e discussioni, abbiamo adottato una nuova organizzazione interna della cooperativa. La direzione non é più unitaria ma a fianco di Marco Trezzi, che si occupa ora del comparto servizi, del personale e della formazione, arriva part-time Andrea Malgrati, direttore di Consorzio Farsi Prossimo ed estensore del documento di analisi su cui abbiamo fatto leva per compiere le presenti scelte. A lui diamo il benvenuto e auguriamo di trovarsi bene e di saper esprimere qui nella cooperativa Intrecci la sua grande esperienza, competenza e professionalità. Ma cambiano anche i reparti di amministrazione, segreteria e sicurezza. Compare una sorta di ufficio tecnico interno per le tante manutenzioni sugli immobili. Si articolano ancora di più e meglio anche le aree tematiche, in particolare andando a collocare meglio l’accoglienza diffusa dei migranti nelle parrocchie, per la quale con Caritas Ambrosiana e la Chiesa Locale stiamo facendo un grande investimento. Nasce una nuova area, Comunità e territorio, che promuove tutti i progetti sviluppati in questi ultimi anni (#Oltreiperimetri nel Rhodense e Vai nel Bollatese) ma anche gli Empori, il commercio equo e solidale e Cherit.

Ma perché una nuova riorganizzazione?
Perché la cooperativa é cresciuta e continua a crescere. Bisognava darsi una struttura più adeguata in grado di supportare i servizi e mettere in condizioni chi vi opera di poter svolgere al meglio il proprio lavoro, non perdendo di vista la qualità, per il mantenimento della quale ci giochiamo molto della nostra credibilità con l’opinione pubblica e della fiducia con i committenti, pubblici e privati. In questo senso la direzione plurale, consente di avere una più vicina e capillare attenzione, esaltando peraltro le competenze dei due direttori: uno più sul piano della progettazione, monitoraggio e sviluppo tecnico dei servizi e l’altro più sotto gli aspetti dell’organizzazione e delle discipline che la legge chiede a corredo delle stesse (qualità, sicurezza, informatizzazione, etc.).

Ma quanto costa questa riorganizzazione?
Come tutte le cose anche questa scelta ha un costo, pari a circa € 70.000 all’anno. Per la nostra cooperativa si tratta di circa l’1% del fatturato. Un costo che oltre che rispondere ai requisiti di cui sopra in termini di qualità, va interpretato anche come investimento. Senza un’adeguata struttura di direzione, staff e amministrazione, infatti, non potrà esserci alcuno sviluppo. E rinunciare allo sviluppo per noi significa non rispondere ai bisogni dei territori e quindi rinunciare alla mission originaria. La sfida, anche questa volta, sarà quella di continuare a tenere in equilibrio tutto: i valori di riferimento, i cambiamenti in atto, la sostenibilità. Come cooperativa non abbiamo l’obbiettivo di fare profitti e staccare dividendi, ma dobbiamo garantire il giusto costo del lavoro, la solidità economica e finanziaria senza la quale nessuno ci fará credito, e una corretta politica degli investimenti.

A corredo della riorganizzazione, infine, vi é anche il saluto definitivo alla vecchia sede di via Madonna 67 ed il passaggio nella nuova sede di via Madonna 63. Una scelta dolorosa, perché lasciamo un posto dove Intrecci é stata concepita, é nata ed é cresciuta e a cui tutti siamo molto affezionati. Una scelta però necessaria, per poter anche qui rispondere meglio alle esigenze di qualità che anche la legge ci impone. Alla parrocchia San Vittore che ci ha ospitato per 14 anni va il nostro sentito ringraziamento, ovviamente con l’impegno reciproco a continuare quella proficua collaborazione costruita in questi anni, che tanti progetti comuni ha saputo mettere in atto.
Massimo Minelli