Negli ultimi tempi stiamo assistendo ad un progressivo aumento di minori stranieri non accompagnati che entrano in circuiti di devianza. Nella città di Milano, per esempio, è rilevante la quota di minori stranieri non accompagnati presenti all’interno del carcere minorile Beccaria, in crescita rispetto gli anni precedenti.
La o le motivazioni che hanno portato a un aumento di minori stranieri nel circuito penale sono diverse e multifattoriali, difficilmente approfondibili in sintesi in questa sede. Quello però che può essere interessante è comprendere chi sono questi ragazzi e quali sono le difficoltà maggiori che possono trovare nel nostro paese.
Per minori stranieri non accompagnati si intende una fragile categoria di migranti che si trovano a metà fra due condizioni di per sé difficoltose, ovvero l’essere stranieri soli, quindi lontani dalla loro terra di origine e dai loro familiari e l’essere adolescenti, fascia di età intermedia fra l’età infantile e quella adulta, caratterizzata da grandi cambiamenti e dove le scelte spesso determinano cosa accadrà in futuro.
I MSNA, dopo viaggi estenuanti, pericolosi e con mandati familiari importanti, si trovano ad affrontare l’età del cambiamento da soli, senza figure di riferimento e in un ambiente culturale “altro”, spesso difficile da accettare, soprattutto se la scelta di migrare viene da esigenze familiari. In questo quadro di malessere qualche minore può facilmente perdersi nell’illusione di un facile guadagno o semplicemente illudendosi di arrivare a risultati vantaggiosi nel più breve tempo possibile. È utile però ricordare che questi ragazzi sono solo una parte del totale, sono coloro che necessiterebbero di essere accompagnati in percorsi educativi in cui si tenga conto anche del limite linguistico e dell’aspetto culturale al fine di far comprendere profondamente il perché di determinate regole.
Sempre più spesso si parla dei “devianti”, mentre si parla poco di quei ragazzi ben inseriti nel sistema di accoglienza, alcune volte poco più che bambini, che si svegliano la mattina e, giorno per giorno, aggiungono un mattone alla costruzione di un futuro che sia in linea con la propria condizione di ragazzo solo che, come un equilibrista, sta a metà fra il passato e il futuro, fra la propria cultura, quella della famiglia che lo richiama ogni giorno con momenti di nostalgia (e talvolta anche pentimento) e quello della cultura del paese ospitante, nuova, diversa, alcune volte vista anche in contrasto con quello che sono o che sono stati.
In questa complessità non si può fare a meno di riflettere su quale sia la migliore integrazione possibile, andando a capire il fenomeno dall’interno, sentendo i ragazzi e capendo cosa si aspettano e cosa provano nel mezzo di questa condizione delicatissima tre l’essere, il dover essere e il voler essere.
Per sostenere e indirizzare questi giovani migranti, l’equipe di Casa Elim ha deciso di organizzare un lavoro di prevenzione rispetto al potenziale richiamo della micro-criminalità, avvalendosi dell’ausilio di professionisti esterni, esperti nell’ambito del penale minorile. L’esigenza di questa iniziativa nasce anche dal fatto che in passato la nostra comunità ha dovuto affrontare, in piccolo, le problematiche sopra descritte con alcuni minori che hanno iniziato dei percorsi devianti rispetto a quelli svolti dalla maggior parte dei loro compagni in comunità.
L’iniziativa si è svolta nel mese di luglio, con l’organizzazione di tre incontri – con un assistente sociale, un educatore, tre avvocati e un ragazzo con la messa alla prova – finalizzati all’avvio di un percorso di prevenzione per i nostri ragazzi, tutti perfettamente inseriti nel sistema scolastico e lavorativo. L’obiettivo infatti è stato quello di affrontare determinati temi con i minori al fine di renderli competenti e responsabili rispetto a cause e conseguenze del loro agire in Italia. Gli incontri sono stati finanziati da una raccolta fondi promossa da Caritas di Castellanza, la quale cogliamo l’occasione per ringraziare sentitamente! In particolare, i volontari del gruppo hanno voluto donare alla comunità il ricavato della vendita di chiavi di cioccolato che si è svolta durante l’Avvento 2023. Una delle nostre educatrici, durante una serata di riunione del gruppo parrocchiale, ha raccontato la realtà di Casa Elim, illustrando la tematica dei MSNA e del loro percorso di integrazione in Italia.
Le tre date sono state organizzate nel mese di luglio, periodo in cui la maggior parte dei ragazzi, libero da impegni scolastici pomeridiani, ha potuto partecipare. Il primo incontro è stato tenuto da un’assistente sociale e da un educatore che hanno affrontato con i ragazzi il tema del reato a livello culturale per comprendere al meglio cosa è definibile reato secondo il nostro codice penare rispetto al loro paese d’origine. È uscito un dialogo interessante e arricchente per tutti, approfondendo anche concetti complessi con l’ausilio di una mediatrice che ci ha accompagnato nel corso dei tre incontri. Il secondo incontro invece è stato organizzato da tre avvocati che hanno affrontato con i minori gli effetti di determinati comportamenti, con un focus sui permessi di soggiorno, aspetto interessate e poco conosciuto dai ragazzi. Il terzo incontro invece ha visto la presenza di un ragazzo con messa alla prova che sta pian piano ricostruendo il proprio futuro grazie al supporto di educatore, assistente sociale, ma soprattutto di sé stesso.
Questi incontri sono stati di valore, oltre che per i ragazzi, anche per noi operatori del servizio e speriamo di poter riproporre in futuro un’attività del genere al fine di lavorare sempre di più sulla prevenzione piuttosto che “a fatto avvenuto”.
Approfittiamo di questo piccolo spazio per ringraziare ogni persona che ha dato il suo contributo per questa iniziativa, i ragazzi che hanno prestato attenzione e dimostrato interesse, nonostante la difficoltà del tema, e la Caritas per la donazione effettuata.
Eugenia Volpe
Cos’è “Casa Elim”: https://www.coopintrecci.it/cosa-facciamo/minori-e-scuola/casa-elim-accoglienza-minori-stranieri-non-accompagnati/