Intrecci è una cooperativa sociale che si occupa di servizi alla persona.
Ma che cos’è una cooperativa sociale? E’ un’organizzazione privata che offre servizi socialmente utili. E’ un’impresa, ma di tipo non profit, senza cioè scopo di lucro.
La sua missione è definita da una legge apposita: “Perseguire l’interesse generale della comunità alla promozione umana e all’integrazione sociale dei cittadini“.
La “proprietà” di una cooperativa sociale non può essere concentrata nelle mani di poche unità; e infatti, a Intrecci i soci sono più di 100, per la gran parte lavoratori della cooperativa e, in misura minore, volontari che vi dedicano del tempo gratuito. Dal 2022 è presente anche un socio sovventore.
Intrecci è nata nel 2003, promossa da Fondazione Caritas Ambrosiana, attraverso un percorso di collaborazione tra diverse realtà del mondo ecclesiale, del volontariato e del privato sociale già da tempo attive nel Rhodense.
Ha questo nome proprio perché è stata pensata come “intreccio” di diverse esperienze: dal volontariato delle Caritas parrocchiali per la grave emarginazione, alla casa d’accoglienza per stranieri “Caleidoscopio”; dalle esperienze di supporto a famiglie fragili, all’impegno di genitori e volontari per promuovere il benessere di persone con disabilità.
Negli anni successivi Intrecci si è progressivamente radicata nelle comunità locali della Zona Pastorale IV, corrispondente all’Asse del Sempione, nel Nord ovest milanese.
Nel 2011 è stato realizzato un altro importante passo: la cooperativa sociale Le Querce di Mamre e Intrecci hanno deciso di annodare le loro attività, che si sono così estese a tutta la Provincia di Varese. Le Querce di Mamre ha arricchito il patrimonio comune con la sua grande esperienza nel campo dell’accoglienza di persone rifugiate e richiedenti asilo.
Dunque nel nome della cooperativa c’è un po’ la sua vocazione e il suo “mestiere”:
- intrecciare insieme le energie di educatori e operatori che trovano nella cooperativa un ambito in cui dare concretezza alla passione per il sociale ed esercitare una professione al servizio della comunità
- intrecciare i problemi e i bisogni delle persone più fragili con risposte, progetti e servizi praticabili e sostenibili nel tempo
- intrecciare il lavoro sociale con tutte quelle risorse positive che abitano le nostre comunità locali, per promuovere insieme accoglienza e solidarietà.
Quelli che studiano di letteratura, in un racconto sanno distinguere la fabula dall’intreccio. La fabula è la successione temporale dei fatti che accadono, con i loro legami di causa ed effetto; l’intreccio è il modo con cui li narra l’autore: le due cose non coincidono praticamente mai, perché la mano dello scrittore spariglia le carte, mette prima quello che magari è successo dopo, dà un significato diverso ai fatti. Costruisce, appunto, un racconto nuovo.
Può accadere così anche per le persone: ci può essere, anche nelle fabulae più sfortunate, dure o problematiche, un momento, un’opportunità per cominciare a riscrivere la propria storia personale e per darle un significato nuovo e una prospettiva diversa. Si chiami essa riscatto, autonomia, dignità, crescita.
E’ proprio lì che serve qualcuno che ti dia una mano e ti accompagni.
Intrecci, a grattare in fondo in fondo, serve a questo.
Ce l’ha scritto nel nome.
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