Il lavoro dell’Operatore sociale ha tanti aspetti: pesanti, impegnativi, densi di umanità, ma anche leggeri, divertenti. Ogni giorno ha la sua pena, direbbe il saggio; ma anche il suo sugo, diciamo noi. Ecco, nelle parole di Dario Giacobazzi, la seconda puntata del diario semiserio di un Operatore sociale ai tempi del coronavirus. Ora più che mai continueremo a mantenere le distanze, ad utilizzare i dispositivi di protezione, ad essere ancora più attenti e scrupolosi. Ne rimaniamo convinti: andrà tutto bene!
Lunedi, 30 marzo 2020
Ore 7:15 E’ un’altra, l’ennesima, luminosa mattina di una splendida giornata primaverile. Nonostante sia presto il sole è già caldo e l’aria tiepida. Da quando il Coronavirus ha colpito il nostro Paese e ci ha costretti all’isolamento sociale nelle nostre case, sembra che il clima abbia ironicamente deciso di essere perfetto per stare all’aperto e fare gite fuori porta. Durante il fine settimana è anche scattata l’ora legale, che porterà giornate più lunghe e quarantene più sofferte… Ma per l’Operatore Sociale, che ritroviamo un mese dopo l’inizio dell’emergenza COVID-19, non è cambiato molto. Occhi sempre assonnati e capelli sempre spettinati (ma decisamente più lunghi), l’Operatore Sociale sta facendo colazione e poi si preparerà per una nuova giornata di lavoro.
Ore 8:05 L’Operatore Sociale è preoccupato. Alla radio, come sempre accesa durante il tragitto casa-lavoro, un giornalista sta snocciolando i numeri dell’epidemia. L’Operatore Sociale già li conosce perchè ormai è diventato un drogato del bollettino delle 18:00 della Protezione Civile, appuntamento fisso dopo la fine della giornata di lavoro. E i numeri che ieri sera sono stati comunicati gli hanno fatto impressione: quasi settantamila contagiati, quasi settemila morti e, soprattutto, un aumento esponenziale dei casi positivi. Questi numeri, insieme alle immagini di Bergamo e dei mezzi dell’esercito che pochi giorni fa trasportavano un numero impressionante di bare, stanno scalfendo il proverbiale ottimismo dell’Operatore Sociale.
Mercoledi, 1 aprile 2020
Ore 9:10 L’Operatore Sociale sta compilando la lista della spesa. Non la spesa per sé, ma quella per gli ospiti del centro di accoglienza dove lavora. Dopo aver inutilmente provato ad ordinarla on-line nei giorni scorsi, senza però riuscire a trovare una consegna disponibile, si è rassegnato all’idea di dover andare al supermercato. Servono prodotti di prima necessità e materiale per l’igiene personale. Alcune cose sono già finite e nei giorni scorsi l’Operatore Sociale insieme ai suoi colleghi ha chiesto agli ospiti, che ne facevano richiesta, di avere pazienza.
Ore 9:20 Terminata di scrivere la lista della spesa, indossati guanti in lattice e mascherina, l’Operatore Sociale parte verso il supermercato. E’ un po’ timoroso perchè nelle ultime settimane ha fatto di tutto per non andarci. Insieme ai colleghi ha deciso che farà una spesa abbondante, un po’ di scorta, in modo da ridurre al minimo la frequenza delle uscite.
Ore 9:35 La coda fuori dal supermercato è lunghissima. L’Operatore Sociale cerca disperatamente nelle tasche e nel portafogli una moneta per il carrello. Niente. Dopo varie imprecazioni si ricorda di avere in macchina una vecchia moneta da 500 lire, utilissima in queste circostanze. Recupera la moneta, libera il carrello e si posiziona ordinatamente in coda, rispettando la distanza. Lo scherzetto della monetina gli ha fatto perdere almeno cinque posizioni nella fila.
Ore 10:15 L’Operatore Sociale e il suo carrello non sono ancora a metà della lunga fila, che scorre lentissima, gli occhiali si appannano in continuazione. “Rinuncio?”.
Ore 10:50 L’attesa è finita: l’Operatore Sociale, sfinito e infreddolito, sarà il prossimo ad entrare nel supermercato. Un signore alle sue spalle commenta: “Finalmente! Oggi è già la seconda coda che faccio!”. L’Operatore Sociale si gira e gli chiede: “Scusi, ma lei fa la spesa due volte al giorno?”. Quello gli risponde: “Beh almeno sto un po’ fuori casa”. L’Operatore Sociale, dopo aver valutato e scartato la possibilità che si tratti di un pesce d’aprile e dopo aver ingoiato una serie di insulti che gli stavano risalendo dalla pancia, sta per spiegare cortesemente al signore che sono quelli come lui che allungano inutilmente le code e hanno un comportamento rischioso per la collettività, ma in quel momento l’addetto del supermercato gli fa cenno di entrare. L’Operatore Sociale fa una spesa particolarmente abbondante giurandosi di non mettere più piede in un supermercato per almeno un mese.
Lunedi, 6 aprile 2020
Ore 8:55 L’Operatore Sociale sta guidando e ha appena avvisato i colleghi di essere in ritardo per l’inizio del suo turno. Appena uscito di casa è stato infatti fermato dai Carabinieri per un controllo. Quando gli hanno chiesto il motivo dello spostamento, sicuro di sè ha sfoderato dal plico di modelli di autocertificazione che tiene sul sedile passeggero un foglio già perfettamente compilato, porgendolo al ragazzo in divisa con uno sguardo soddisfatto che voleva dire: “Eh? Visto che bel lavoro? Se tutti facessero come me i controlli sarebbero più semplici, no?”. Il Carabiniere, pur apprezzando, chiede all’Operatore Sociale di dargli anche la patente e la carta d’identità. L’Operatore sociale si accorge allora di averlo lasciato a casa. Figuraccia. Se il buongiorno si vede dal mattino, sarà una settimana complicata.
Mercoledi, 8 aprile 2020
Ore 13:45 Armato di PC, l’Operatore Sociale si sta preparando per poter fare una riunione in videochiamata con alcuni colleghi. Per quanto non perfettamente a suo agio, si sta abituando a questo nuovo modo di comunicare, ormai indispensabile anche nel suo lavoro.
Ore 14:00 Inizia la videochiamata di gruppo.
Ore 14:05 Dopo i saluti di rito e i convenevoli, dallo schermo spariscono i visi dei colleghi e compare la scritta “Tentativo di riconnessione in corso”. Ma porc… E’ saltato il collegamento al WiFi.
Ore 14:10 L’Operatore Sociale ha spento e riacceso tutto, anche la luce del corridoio e il forno a microonde. Il collegamento ora sembra funzionare. Avvisa i colleghi con un SMS: “Ci sono. Mi richiamate?”.
Ore 14:15 “Ti vediamo ma non ti sentiamo! Tu ci senti?”. L’Operatore fa cenno di sì con la testa. “Eh? Ci senti?”. Pollice alzato. “Metti giù, proviamo a richiamarti”.
Ore 15:30 Dopo un’ora e mezza e trenta-quaranta minuti di tempo effettivo di riunione, la seduta è tolta. Fine della chiamata di gruppo. L’Operatore Sociale pensa che queste riunioni sono terribilmente faticose.
Domenica, 12 aprile 2020
Ore 18:30 E’ Pasqua. L’Operatore Sociale l’ha trascorsa tra i preparativi dei piccoli festeggiamenti nelle strutture di accoglienza dove lavora e una videochiamata con i suoi familiari (con le stesse difficoltà di cui sopra). Organizzare un piccolo evento interno di celebrazione della Pasqua non è semplice, in un centro di accoglienza. Bisogna mettere d’accordo ospiti e colleghi, fedi religiose e usanze e quest’anno stare pure attenti alle distanze, a lavarsi le mani, a tenere pulite le superfici. Alla fine è andato tutto bene, si è festeggiato per quanto possibile, con attenzione, collaborazione e senso di responsabilità.
Ore 22:30 L’Operatore Sociale ascolta stralci dell’omelia di Papa Francesco durante la veglia di Pasqua. Anche lui, pregando per numerose categorie di lavoratori, si è dimenticato dell’Operatore Sociale e dei suoi colleghi, che continuano ad operare nel silenzio e nell’indifferenza generale. L’Operatore Sociale però ripensa a quell’immagine potentissima, di qualche giorno prima, del Papa solo in piazza San Pietro. Ripensa alle tante parole spese da Bergoglio a favore degli ultimi, dei poveri, degli esclusi, dei carcerati. E pensa che tutto sommato a Francesco glielo può perdonare, di non aver citato la sua professione.
Venerdi, 17 aprile 2020
Ore 12:25 Tra le numerose attività di cui si occupa, l’Operatore Sociale in questo momento si sta anche adoperando per la raccolta di derrate alimentari che i clienti di alcune catene di supermercati hanno deciso di donare a chi è meno fortunato. In tanti punti vendita sono stati piazzati dei totem/raccoglitori dove chi vuole può lasciare un pacco di pasta, una scatoletta di tonno, una bottiglia d’olio destinata alle famiglie bisognose. L’Operatore Sociale è colui che ha l’incarico di svuotare i totem una volta che sono pieni, e di redistribuirne il contenuto agli utenti dei servizi dove lavora. Impegnato a caricare il bagagliaio della sua macchina, riflette sul fatto che prima del Coronavirus nei supermercati esistevano già questi totem, ma erano dedicati esclusivamente ai cani e ai gatti bisognosi. C’è voluto un virus per ricordarci che – con tutto il rispetto per gli animali domestici – esistono persone che ancora oggi, e ogni giorno, non sanno con cosa nutrire se stessi e i propri familiari?
Ore 21:30 L’Operatore Sociale si appresta a vedere in televisione l’unica trasmissione che reputa fare informazione in modo corretto sulla realtà che stiamo vivendo: Propaganda Live. E’ paradossale ma un presentatore/comico/videomaker e un paio di fumettisti dallo spiccato accento romanesco sembra siano gli unici in grado di raccontare l’Italia attraversata dal COVID-19, alla faccia dei grandi giornalisti e delle trasmissioni di approfondimento. Purtroppo i dati ufficiali dicono che l’emergenza rallenta ma continua, e che la Lombardia è sempre in una situazione a dir poco preoccupante.
Sabato, 25 aprile 2020
Ore 15:00 “Una mattina / mi son svegliato / O bella ciao, bella ciao, bella ciao, ciao ciao!”… Ora e sempre, Resistenza (e resilienza)!
Ore 18:15 Dopo un’impegnativa settimana lavorativa, l’Operatore Sociale è nel suo giorno riposo. Chiama un’amica per sapere come sta. L’amica dell’Operatore Sociale lavora nella segreteria di una scuola elementare ed è rinchiusa in casa da ormai diverse settimane. Non ha un giardino o un terrazzo e nella sua mansarda non ci sono finestre a parete ma solo lucernai sugli spioventi del tetto. Durante la videochiamata l’amica gli fa vedere che si è costruita un manichino con vestiti e oggetti di fortuna. La testa è fatta da un palloncino rosa. Il manichino si chiama Wilson, come il pallone/amico di Tom Hanks nel film “Cast Away”, ed è appoggiato, come se fosse seduto, sul divano. L’amica (che è perfettamente sana di mente, se ve lo state chiedendo) è sola e dopo diverse settimane aveva bisogno di avere una presenza fisica che le facesse compagnia. L’Operatore Sociale pensa a quante persone si sentono come lei. In quel momento capisce di essere fortunato. Fortunato di poter comunque uscire di casa per fare il suo lavoro e, pur tra mille complicazioni, di avere tempo occupato e un senso profondo per le sue giornate.
Oggi è il 27 aprile 2020. Di ieri è la notizia che tra qualche giorno inizierà la cosiddetta “Fase 2”, quella di convivenza con il virus. Noi siamo sempre qui. Il lavoro quotidiano della cooperativa e di tanti operatori sociali prosegue. Continuiamo tra le tante complicazioni che ogni giorno di questa emergenza porta con sé. Il virus non ha risparmiato colleghi, collaboratori, amici e persone intorno a noi. Ora più che mai continueremo a mantenere le distanze, ad utilizzare i dispositivi di protezione, ad essere ancora più attenti e scrupolosi. Ne rimaniamo convinti: andrà tutto bene!