Il modo più efficace per raccontare il lavoro del Pronto intervento sociale è partire da alcuni scenari concreti che illustrano le situazioni affrontate quotidianamente dagli operatori.
Una signora anziana, non autosufficiente, si trova improvvisamente senza il proprio caregiver in quanto suo marito, unico familiare convivente, dopo una caduta è stato portato in pronto soccorso; un minore straniero non accompagnato, rintracciato dalle forze dell’ordine durante il weekend, è da collocare in una comunità minori ma i servizi sociali sono chiusi e serve un’accoglienza temporanea in attesa della riapertura dei servizi; una mamma con due figli si trova improvvisamente con la casa inagibile e, in mancanza di intervento immediato, rischia di dover dormire in strada in attesa dell’individuazione di una soluzione abitativa più stabile da parte dei servizi.
Questi tre scenari rappresentano alcuni dei casi affrontati dal Pronto intervento sociale, il cui scopo è fornire un aiuto concreto a chi si trova ad affrontare situazioni di emergenza sociale.
Il servizio è gestito dalla cooperativa Intrecci sui territori di diversi ambiti territoriali: Rhodense, Garbagnatese, Busto Arsizio e Castellanza. Inoltre, il servizio è attivo anche nell’ambito territoriale dell’Altomilanese – corrispondente ai territori del Legnanese e del Castanese – per il quale intrecci è il capofila di un’ATI composta anche da Cielo e Terra, Albatros e Stripes. Su tutti questi territori, il Pronto intervento sociale offre un servizio per rispondere efficacemente a situazioni di emergenza o urgenza sociale.
L’emergenza sociale può essere definita come una situazione improvvisa e imprevista in cui una persona rischia di subire un danno significativo a un diritto fondamentale per mancanza di risorse essenziali, come un posto dove alloggiare temporaneamente, generi di prima necessità o supporto relazionale. Questo rende necessario un intervento immediato per proteggere il benessere della persona ed evitare che la situazione possa aggravarsi. L’urgenza sociale, invece, consiste in situazioni meno gravi in cui un intervento preventivo può scongiurare il rischio di peggioramento della situazione, evitando che diventi una vera e propria emergenza.
Tra i principali casi affrontati dal Pronto intervento sociale figurano famiglie e persone che si ritrovano senza un tetto a causa di eventi improvvisi, come incendi, crolli o calamità naturali. In tali situazioni, è possibile collocare il nucleo familiare in albergo o in altra struttura ricettiva, in attesa dell’individuazione di una soluzione più stabile. A questi interventi si aggiungono situazioni di estrema fragilità, come quelle di anziani non autosufficienti che, rimasti senza il supporto familiare, necessitano di un aiuto immediato, con la possibilità di attivare un assistente domiciliare o, nei casi di persone con disabilità, predisporre il collocamento in una CSS. Il servizio interviene anche per minori stranieri non accompagnati rintracciati sul territorio, garantendo un luogo sicuro per accoglierli in attesa che i servizi sociali trovino una comunità idonea. Infine, il pronto intervento si occupa delle persone senza dimora in situazioni di emergenza e grave disagio, offrendo accoglienza temporanea in dormitorio o in struttura ricettiva, a seconda delle circostanze.
Una peculiarità del Pronto intervento sociale è quella di attivarsi al di fuori degli orari tradizionali dei servizi sociali, grazie alla centrale operativa extra-time, un’equipe operativa composta da cinque operatori sociali formati per intervenire rapidamente e garantire il supporto necessario alle persone in difficoltà. La centrale operativa è attiva anche durante la notte.
Il servizio è attivo dal luglio 2023, ma non è stato avviato in contemporanea in tutti gli ambiti territoriali. Rhodense e Garbagnatese sono stati i primi a partire, seguiti da Busto Arsizio (agosto 2023), Castellanza (gennaio 2024) e Altomilanese (luglio 2024).
Il pronto intervento sociale attualmente non ha un numero di emergenza accessibile al pubblico come il 112, ma ha un numero dedicato che utilizzano principalmente le forze dell’ordine. Tuttavia, in diversi territori sono in corso collaborazioni per ampliare la rete dei soggetti segnalanti, migliorando l’efficacia del sistema di protezione sociale. A Rho, ad esempio, anche la Caritas cittadina può effettuare segnalazioni. Nel Rhodense si è da poco aggiunto ai soggetti segnalanti anche la Misericordia di Arese, mentre nell’Altomilanese, i Pronto soccorso sono stati recentemente coinvolti nelle segnalazioni.
Queste collaborazioni servono a costruire una rete sempre più capillare ed efficace, rafforzando la capacità del sistema di rispondere tempestivamente a situazioni di emergenza.
In prospettiva sarà essenziale sviluppare una rete operativa con altri territori, puntando a una dimensione sovra zonale. Sebbene per Intrecci questa logica sia già consolidata, ogni ambito territoriale possiede un proprio pronto intervento. La cooperativa quindi declina gli interventi in base al contesto geografico, mantenendo comunque un approccio unitario al servizio.
Esistono spazi di confronto, promossi in primis dagli ambiti territoriali del Rhodense e del Garbagnatese, dedicati alla condivisione di buone pratiche a livello regionale. In futuro, l’obiettivo sarà sviluppare una rete sempre più ampia ed efficiente, capace di assumere un ruolo centrale nel sistema di welfare.
Andrea Papoff