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La fortuna esiste? Oppure esiste solo la capacità di sfruttare al meglio le opportunità che la vita ti pone davanti? Sinceramente io non lo so, ma la storia che stiamo per raccontare parla di un ragazzo che, tra fortuna e opportunità, ha messo le basi per un futuro che gli auguriamo essere radioso.

Ma partiamo dal principio.
Era il 2017 quando dalla nostra accoglienza di Venegono Superiore Wassiou si trasferì in un appartamento del progetto CAS di accoglienza diffusa a Busto Arsizio. Appena conosciuto mi è da subito sembrato un ragazzo a modo, di quelli che hanno la testa sulle spalle.
Entrato in appartamento, dopo pochi mesi, quella sensazione iniziale è stata confermata da una serie di piccoli eventi quotidiani; niente di particolarmente eccezionale, ma il modo di affrontare la vita e le sfide di quel ragazzo così timido e pacato mi hanno sempre fatto credere che fosse portato per fare qualcosa di veramente bello.
Passati i primi mesi di conoscenza, è iniziato il percorso di integrazione vero e proprio. Wassiou era sempre il primo a dire di sì: la Parrocchia aveva bisogno di una mano? La squadra di calcio cercava qualcuno per lo spogliatoio? Il CPIA faceva dei corsi extra? C’erano dei nuovi volontari da conoscere? Wassiou era sempre disponibile e in prima linea ad intessere relazioni.

Dopo un anno e mezzo dedicato a tanti piccoli passi avanti, nell’apprendimento della lingua italiana ormai Wassiou ha raggiunto risultati eccellenti, ha preso la terza media con facilità, ma mai sentendosi arrivato e investendo sempre tanto tempo sulla sua formazione. D’altronde non è un caso che lui, nel suo paese, fosse un insegnante e che quindi abbia sempre riconosciuto l’importanza di apprendere e conoscere, con la curiosità di chi si trova dentro ad un contesto nuovo e vuole assimilare più informazioni possibili.

Arrivati a questo punto è naturalmente scaturita in Wassiou la voglia di diventare indipendente, ma si sa, la strada per arrivare ad essere autonomi è lunga e complicata e spesso serve anche un pizzico di fortuna. Il primo passo da fare era trovare un lavoro che permettesse un minimo di stabilità economica. Arrivata dal territorio la segnalazione di una azienda che cercava un operaio abbiamo deciso, come progetto, di segnalare Wassiou come possibile candidato. Abbiamo inviato il suo CV all’azienda e lo abbiamo preparato al colloquio. La cosa fondamentale era che lui capisse che quel colloquio era la sua occasione, che il progetto avrebbe potuto solo fare da ponte, ma che era fondamentale che lui fosse il protagonista.

Era il 2019 quando Wassiou affrontò quel colloquio (oggi possiamo dire che nessuno di noi aveva dubbi che avrebbe fatto una buona impressione) che andò bene e iniziò il suo percorso presso l’azienda. Siamo stati il punto di riferimento per il datore di lavoro, ma già dopo i primi mesi ci hanno comunicato l’intenzione di fare un contratto più strutturato. Dopo un paio di rinnovi è arrivata la notizia che tutti speravamo: l’assunzione a tempo indeterminato.
Il primo pezzo del puzzle per l’autonomia era stato messo.

Mancava ora una casa, un alloggio che potesse accogliere Wassiou e la sua nuova vita.
Qui le difficoltà sono state tante, tantissime. Ancora oggi purtroppo ci scontriamo con un mercato che fatica a riconoscere in un ragazzo straniero, seppur con delle garanzie, un buon inquilino. Da solo Wassiou ha girato non saprei dire quante agenzie, abbiamo provato a ricontattare tutti i proprietari degli annunci trovati on line, ma niente. Nessuno voleva affittare.
Provvidenziale, anche in questo caso, è stata la capacità di Wassiou di chiedere aiuto. Ha alzato il telefono e ha chiamato ITACA, una associazione di ragazzi che insegna italiano agli stranieri sul territorio di Busto, e dall’altra parte del telefono ha trovato Stefano che gli ha detto che sì, lo avrebbe aiutato. Si sono mossi quindi subito tutti i canali informali del caso e attraverso l’associazione Bustocchi aperti sul mondo è stato trovato un proprietario di casa che ha deciso di affittare il suo appartamento a Wassiou.

Dallo scorso febbraio Wassiou vive da solo, nel suo nuovo appartamento. Non ha chiesto aiuto nemmeno per fare il trasloco, ha fatto tutto da solo ed oggi possiamo dire che il suo percorso è quasi finito con il lieto fine che auguriamo a ciascuno dei ragazzi che accogliamo. Diciamo quasi, perché manca ancora all’appello un titolo di soggiorno che gli permetta una permanenza sul territorio più sicura, ma siamo fiduciosi che arriverà presto anche quello.

E quindi? La fortuna esiste o no? Forse sì, forse no, ma possiamo dire che alla fine non ci importa. Ci importa di raccontare le nostre storie, quelle belle e quelle meno belle e se la fortuna in qualche modo c’entra ringraziamo anche lei, ma più di tutto diciamo bravo a Wassiou che non si è arreso alle difficoltà e che, pezzo per pezzo, sta costruendo un bellissimo puzzle. Quello della sua nuova vita in Italia.

Federica Di Donato

Info f.didonato@coopintrecci.it