Nel mese di settembre si è svolto il secondo appuntamento formativo in tema di consumo consapevole e sostenibilità. Anche questo corso ha visto il coinvolgimento di una quindicina di lavoratori della cooperativa divisi in due sessioni.
Il corso è stato gestito dall’avvocatessa Rossella Mileo che da anni si occupa di diritto ambientale e tutela del territorio, fondatrice del sito greenlifecoach.bio.
Gli argomenti trattati sono stati parecchi, partendo dal concetto che attraverso l’informazione è possibile acquisire consapevolezza e quindi modificare i propri comportamenti e azioni.
Le nostre abitudini di consumo quotidiano impattano enormemente sull’ambiente, determinando anche l’innalzamento delle temperature e di conseguenza il cambiamento climatico a livello globale.
Quali abitudini di consumo? Si sono fatti molteplici esempi relativamente al consumo energetico e dei trasporti, alle abitudini alimentari (per esempio gli allevamenti intensivi utilizzano moltissima acqua e aumentano l’emissione di CO2 oltre a consumare suolo per il foraggio), alla fast fashion (una enorme quantità di vestiti prodotti annualmente non sono neanche acquistati, con inquinamento dell’acqua potabile ed emissione di carbonio), all’uso di carta (fazzoletti, carta igienica, fogli) che porta a disboscare anche le foreste primarie, allo spreco di cibo che viene prodotto (aumentando del 10% delle emissioni di gas serra e abuso di acqua), all’utilizzo di detersivi che inquinano. Anche l’inquinamento digitale ha un impatto molto negativo, per esempio basti pensare che dieci minuti di video in streaming equivalgono a utilizzare un forno elettrico a piena potenza per tre minuti.
Finalmente nel 2024 l’Unione Europea ha approvato la legge “per il ripristino della natura” e il benessere climatico è stato riconosciuto come diritto umano. Da questa legge sono derivate le direttive contro il greenwashing, il diritto alla riparazione e la regolamentazione degli imballaggi.
Cosa possiamo fare, nel nostro piccolo? Il cambiamento è possibile se si prende consapevolezza dei propri consumi e si diventa responsabili delle proprie azioni, andando verso un consumo critico, responsabile, etico e sostenibile. Scegliere di agire secondo delle “buone pratiche” impatta su tutto il sistema: per esempio non utilizzare fazzoletti di carta ma di stoffa, coprire il cibo con tessuto e non con la pellicola, usare meno il phon o eliminare l’asciugatrice, non stirare indumenti intimi, non comprare bottiglie di plastica ma utilizzare la borraccia, usare se possibile la bici ecc..
L’ultima parte dell’incontro è stata dedicata alla produzione di un detergente naturale per la pulizia degli ambienti domestici. Ognuno dei partecipanti ha quindi sperimentato direttamente come sia semplice e anche divertente produrre i propri detergenti.
Il corso è stato molto interessante, permettendo di comprendere ancora meglio come piccole scelte comportamentali possono determinare un cambiamento importante, pensando al proprio luogo di lavoro come un ambiente di cui prendersi cura per renderlo il più sostenibile possibile.
Barbara Casasola