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Quest’anno si è aperto con l’idea della ricerca di bellezza e di fronte a qualche opportunità abbiamo mosso i nostri passi, sicuri che avremmo potuto avere effetti positivi all’interno della nostra equipe e poi sui beneficiari dei nostri progetti. A gennaio abbiamo coinvolto amministrazione, area trattamentale dell’Istituto penitenziario, Enaip e 5 detenuti in un progetto di pulizia e imbiancatura delle sale espositive di un museo della città di Busto Arsizio. La bellezza invade i percorsi di ciascuno, si scoprono possibilità diverse della vita in città. Poi una giornata di teatro, a marzo, al Sant’Anna e le risate sono sembrate riempire la sala durante l’esibizione degli attori. Poi il BAFF -Busto Arsizio Film Festival- e la possibilità di incontrare alcuni attori della serie “Mare fuori”, e abbiamo visto quattro detenuti e tre magistrati di sorveglianza sedersi insieme in una sala gremita di normalità e di storie di bellezza del cinema.

E da ultimo il 27 aprile ci prepariamo per andare tutti al museo. Al MA.GA (Museo di Gallarate e ora anche biblioteca della città, una struttura che evoca una bellezza moderna con colori e pensieri di “intrecci” missoniani) c’è una mostra di Andy Warhol e a noi poco esperti dell’arte sembra un tema che possiamo avvicinare con leggerezza, ispirandoci all’idea che l’arte è per tutti e che fa bene a tutti.

Dedichiamo il 27 aprile (il pomeriggio) alla nostra équipe, ad altri amici con cui condividiamo progetti, agli ospiti dei nostri centri di Busto e Gallarate e ai detenuti in permesso al Sant’Anna. L’idea è di pranzare insieme e poi stare per qualche ora a passeggiare nel museo, raccontandoci (con l’aiuto di piccole guide cartacee e con un po’ di veloce ricerca su google) la storia di Andy Warhol e il suo modo di fare arte. La bellezza pervade i nostri sguardi e rende tutti disponibili a chiacchierare, capire, fotografare, tornare a guardare, sorridere, avvicinarsi ad un amico per vedere insieme la bellezza di un fiore dipinto, una serigrafia curiosa, il volto di Mao Tse-Tung su tre diverse riproduzioni, la prorompente bellezza di Marilyn ritratta in diversi colori (il bianco e nero, che poi non erano solo due colori), la storia dell’uccisone di J.F.Kennedy, le frasi più celebri scritte sulle pareti. S. ha un’idea che “spacca”: chiediamo al Direttore del carcere di mettere un bel quadro in ogni cella? Perché sarebbe bellissimo svegliarsi e vedere una cosa bella. Lo proporremo; e, se autorizzati, ci adopereremo per farlo. Un quadro con i fiori d Warhol in ogni cella di una sezione della Casa Circondariale…

C’è chi si fa un selfie accanto al quadro di Liza Minnelli, chi tra i più giovani riconosce pochi personaggi, chi segue con uno scatto tutta la storia di Kennedy, chi inventa setting di fotografia per testimoniare che siamo stati qui tutti insieme, chi ha un collegamento diretto con casa propria e racconta passo per passo la visita.

Un’esperienza di bellezza che come un filo rosso unisce le altre giornate vissute quest’anno nei nostri progetti. Prima al teatro, poi al museo, al cinema… Una prima volta immersi in un clima che ha solo il profumo buono delle cose belle e non discrimina nessuno.

Vogliamo continuare a stare con il nostro sguardo pronto a riconoscere e tentare occasioni di libertà vera, quella che ci prendiamo tutti quando entriamo in un bel posto e riusciamo anche a credere che ci sarà un modo per uscire tutti insieme dalle fatiche di ogni vita e di ogni giorno.

“Thank you so much for today. You really make my day funny, I appreciate“.

Certamente restano i fiori di Warhol, gli sguardi e le cose belle che ci siamo raccontati.

Sabrina Gaiera