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L’istituto comprensivo “De Gasperi” di Caronno Pertusella è impegnato da oltre un decennio nella realizzazione di progetti educativi negli ambiti dell’inclusione scolastica e dello sviluppo sostenibile.
In linea con questa tradizione, a partire da maggio 2021, la scuola secondaria di primo grado ha sviluppato il progetto “Un orto per coltivare amicizie”, il cui obiettivo è quello di promuovere la conoscenza e l’inclusione sociale dei soggetti di origine straniera sia a livello comunale che all’interno della scuola, attraverso la creazione e la cura di un orto nel cortile della stessa.  
L’iniziativa è resa possibile grazie a un contributo della Fondazione Givaudan e di una rete di soggetti locali che, a titolo volontario, stanno contribuendo con risorse materiali ed economiche alla realizzazione del progetto (Scuola di arabo; Isola del Riuso; Ufficio Tecnico e gli Assessorati all’Istruzione e ai Lavori Pubblici del Comune di Caronno). Il percorso è stato articolato in una serie di incontri laboratoriali gestiti dalle due esperte dell’Associazione Mongolfiera con le 6 classi I e di altri interventi svolti dai docenti delle classi.

Intrecci è stata chiamata a intervenire fin dai primi momenti, come cooperativa presente sul territorio da diverso tempo come ente gestore del Progetto SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione per Rifugiati) e collaborante con il suddetto Istituto da anni, proprio nell’ottica della promozione dell’inclusione e della conoscenza reciproca. In sede di progettazione si è deciso di suddividere il coinvolgimento degli operatori e beneficiari del SAI in due momenti distinti: il primo maggiormente conoscitivo e informativo e il secondo più pratico.

Nella prima parte le operatrici, insieme ad alcuni ex-beneficiari, hanno incontrato tutte le classi prime, in un momento di scambio intenso sul tema delle migrazioni, dei rifugiati e dell’accoglienza. Sono emerse riflessioni e domande interessanti e inaspettate, soprattutto nei confronti di Safi, il ragazzo venuto per portare la sua testimonianza. La conoscenza diretta di qualcuno che ha vissuto in prima persona ciò che viene spiegato nella teoria suscita sempre curiosità, emozione ma anche grande rispetto, come dimostrano le parole di Viola, 1°F: “questa è stata una delle cose più dolci di sempre. […] Anche se non potrò mai provare quello che ha passato, so che è stato faticosissimo e infatti sono fierissima di lui”. Si è riflettuto insieme sul significato di alcune parole, scoprendo che spesso vengono riportate in alcuni media in modo scorretto o strumentale, e sull’importanza del giudizio, come spiega Matteo, 1°F: “non bisogna giudicare le persone a prima vista. Prima di giudicare bisogna comprendere la loro storia, le loro abitudini, le loro gioie e le sofferenze, perché potresti ferire amaramente le persone e perché le parole fanno più male delle armi”.

Al termine degli incontri è avvenuta una raccolta delle storie di migrazioni interne a ciascuna classe, – perché tramite il confronto ci si è resi conto che “siamo tutti un po’ migranti” – che sfoceranno in un libricino dal titolo “Storie di migrazione”, che sarà presto pubblicato.

È arrivato poi il momento di mettersi all’opera, quindi studenti e beneficiari hanno messo in campo le loro competenze artistiche per creare la staccionata che andrà a delineare il perimetro dell’orto della scuola. “É stato molto bello vedere come, dopo i primi momenti, ragazzi e ospiti della cooperativa Intrecci abbiano iniziato a lavorare insieme in modo molto naturale. Una prova tangibile di come la conoscenza diretta, il fare insieme porti a smantellare in modo inconsapevole gli stereotipi in cui siamo spesso immersi”, così Monica e Claudia, le due esperte dell’Associazione Mongolfiera, hanno vissuto queste mattinate di lavoro.

La prossimità ha il potere di superare ogni ostacolo, ogni limite, sia esso culturale, religioso o riguardante l’età. Così grandi e meno grandi si sono messi fianco a fianco a lavorare per rendere più bello lo spazio verde della scuola.

La ricchezza di questa esperienza non è calcolabile, forse ci sono andati vicini gli alunni e le maestre che hanno voluto dedicare a noi queste parole:

“Grazie a tutta la comunità Intrecci
Per come accoglie
Per come si prende cura del prossimo
Per il supporto che offre a chi ha bisogno
Per come guida le persone verso il loro posto nel mondo
Per la capacità di credere nell’umanità, tutta
E Grazie
Per come ha voluto renderci partecipi”

E noi non possiamo che dire grazie a tutti voi per come siete riusciti a dare il giusto valore al termine accoglienza. Ci vediamo in primavera!

Elena Pastorino Info: caronno@coopintrecci.it