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A fine settembre presso Villa Burba a Rho si è concluso con un evento il progetto “Una Scuola Condivisa”, promosso nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Una proposta innovativa per la didattica sperimentale e il coinvolgimento della comunità educante che ha visto partecipi diversi attori, in primis le scuole, le cooperative, le associazioni, Università degli Studi di Milano Bicocca, Politecnico. Un progetto ambizioso di cui la cooperativa Intrecci ha avuto il privilegio di far parte.

Lavorando nelle scuole da tanti anni, ma anche vestendo i panni di genitore, le voci di malcontento che si sentono sussurrare e talvolta gridare, fuori e dentro i muri delle scuole di ogni ordine e grado, sono state e rimangono innumerevoli, di svariate aree di pertinenza e riferimento: l’organizzazione, il funzionamento, la logistica, l’architettura, la professionalità dei docenti, le attività proposte, la mancanza di iniziative interessanti, il cibo di scarsa qualità, gli orari non consoni con le esigenze delle famiglie, la mancanza di strumenti, le aule piccole, …e chi più ne ha ne metta! Mai nessuno però che abbia posto l’accento su una questione che dovrebbe essere centrale: chi vive il mondo scuola è felice? Come si vive in questo contesto? E non parlo solo delle alunne e degli alunni ma di tutta la comunità che vi ruota attorno, quella delle famiglie, degli insegnanti, di tutte le operatrici e gli operatori che vi collaborano che vi coabitano! Che progetto ardito pensare a come rendere questo mondo scuola più felice e volto al benessere! Eppure una equipe di professionisti ha provato a pensarci, a ragionare su questi temi; ha costruito, ideato, progettato e proposto attività e momenti di condivisione volti a migliorare la qualità di vita di un sistema scuola al quale nessuno aveva mail pensato. Menti pensanti che si sono incontrate attorno a un tavolo – anche virtuale ai tempi del look-down – per confrontarsi, interrogarsi, lavorare assieme ad un grande progetto.

Ma che cos’è allora una scuola felice? Che risultato ha ottenuto tutto questo gran lavoro? Certo, di fatto una scuola felice dovrebbe rispondere e provvedere al soddisfacimento di tutte le esigenze di cui ho detto sopra, ma non è tanto questo che è arrivato come una delle risposte possibili a questa domanda. Scuola felice è stato vedere gli sguardi e i sorrisi delle bambine e dei bambini che sono stati coinvolti nelle diverse attività proposte, il sollievo di tutti gli attori coinvolti attorno ad essi per la possibilità di condividere esperienze, pensieri, preoccupazioni.

Talvolta semplicemente porre l’attenzione su un progetto attiva la felicità perché riaccende la speranza, rimette in movimento idee e voglia di migliorare e cambiare ciò che non funziona. Naturalmente non tutto è possibile cambiare o semplicemente modificare ma la sola attenzione e forza di pensiero acceso sul mondo scuola ha scosso e spronato a continuare sui binari di un percorso che è sempre dritto verso il traguardo:  di una scuola condivisa e volta al benessere di tutti coloro che la vivono.

Rossella Salerno

Info: adolescenti@coopintrecci.it