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Carla ha compiuto 90 anni a maggio. Nata e cresciuta a Caronno Pertusella, vive da sola in questa casa e in questa corte da oltre 40 anni. Ha quindi vissuto i cambiamenti economici e sociali del contesto Italia con lo sguardo di una donna lavoratrice che abita una delle corti storiche del centro del paese. Il cambiamento lo ha avvertito guardandosi intorno, osservando negli anni le famiglie autoctone lasciare posto a quelle meridionali e poi a quelle straniere, prima provenienti dall’est europeo e poi dal mondo.  Questo cambiamento ha modificato le relazioni sociali tra gli abitanti che prima si conoscevano e si aiutavano reciprocamente e poi, gradualmente, sono divenuti  estranei e talvolta diffidenti l’un l’altro.

housing caronnoLa comparsa del Servizio Housing nel 2010 ha ulteriormente scombussolato l’equilibrio della corte: famiglie che risiedono per periodi temporanei, uomini e donne di diversa nazionalità… ci è voluto del tempo per conoscerci e superare il muro della diffidenza, accorciare le distanze: “Buongiorno/buonasera, come sta? Ha bisogno di qualcosa?” sull’uscio di casa. Poi: “Vieni a bere il caffè? Ti faccio vedere la mia casa, ecco le foto appese alle pareti sono i miei nipoti ..”, poi: “vieni alla festa di Natale? Così ci scambiamo gli auguri, viene anche il Don a salutarci”. E allora, presa la confidenza e poi la fiducia passando per il rispetto, il Servizio Housing gradualmente è diventato il ponte tra il dentro e il fuori, il tramite per abbassare le difese e lasciare spazio ai sorrisi, alle chiacchiere, alla domanda di aiuto, alla voglia di vivere una dimensione di prossimità e contaminazione.

È da qualche mese che avevamo in mente i 90 anni della Carla, che mai aveva festeggiato il suo compleanno.  Abbiamo deciso che doveva essere una festa a sorpresa, una festa in cui partecipare tutti, coinvolgendo gli altri abitanti della corte, le famiglie ospiti del progetto, il Don, i volontari dell’associazione Peri che portano avanti diverse attività sul territorio, e chiaramente i parenti della Carla, che incrociamo quando vengono a farle visita.

Quel giorno di maggio abbiamo quindi allestito la stanza addobbandola con palloncini e festoni, preparando torte fatte in casa, portando bibite e patatine, un piccolo regalo.

Quando sono arrivati tutti, siamo andati a prenderla a casa, lentamente abbiamo varcato l’ingresso e la festa ha avuto inizio!

“Grazie, grazie a tutti, mi ricorderò per sempre questo giorno speciale” ha ripetuto durante il pomeriggio.

L’informalità del momento, la gioia della festa hanno permesso alle persone presenti di sentirsi parte di una piccola comunità, di viversi non come abitanti/utenti/parenti/volontari ma persone, persone appartenenti a etnie, generazioni, storie diverse, dove la diversità non è più un ostacolo, un muro, ma ricchezza.

Crediamo che l’integrazione non si realizzi dall’oggi al domani, ma sia un lavoro quotidiano dove l’attenzione per la persona è il filo rosso che permette di costruire  esperienze comunitarie  in cui nessuno si sente solo e dove c’è lo spazio per sperimentare percorsi di cittadinanza attiva, responsabile e solidale.

Barbara Casasola e Caterina Balpasso