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Questa storia finisce con una piccola e semplice festa, un aperitivo di inaugurazione. Termina con un gruppetto di persone che brinda e sorride e chiacchera, sorseggiando Crodino e sgranocchiando stuzzicherie. Ma facciamo un passo indietro: in realtà la vicenda comincia prima, diversi mesi prima di quel momento.
Questa è la storia di Angelo, ed è una storia che parla di come un incontro con delle persone speciali può cambiare la vita.

Angelo ha 73 anni, qualche acciacco dovuto all’età e alle troppe sigarette fumate. Nel momento in cui questa vicenda inizia è autunno inoltrato, e il freddo è pungente, soprattutto durante la notte. Angelo si ritrova a dormire in auto dopo che la sua compagna, con cui condivideva un alloggio popolare, lo ha lasciato fuori casa. Angelo non ha un carattere facile, ma non è una persona che si lamenta né che è abituata a chiedere aiuto. Così ha comprato due piumoni e si è messo a dormire nella sua auto, una vecchia utilitaria; coi prezzi che girano, infatti, la pensione che percepisce non gli consente di affittare una casa. Ha mantenuto invece l’abitudine di frequentare il circolo del quartiere, perchè è un accanito giocatore di biliardo e lì può mangiare per pochi euro, in compagnia.

E’ proprio tra gli avventori del locale che inizia a circolare la voce che Angelo è in difficoltà: comincia a sentire il peso degli anni, la schiena fa male e non potrà trascorrere tutto l’inverno in macchina. Qualcuno gli propone qualche soluzione in affitto, ma non può permettersela.

La vicenda di Angelo ha una svolta quando il racconto della sua situazione giunge a Giovanni, frequentatore anche lui del circolo, volontario presso la parrocchia e la Caritas locale, cittadino attivo nella vita del quartiere. Giovanni prende a cuore la situazione, incontra Angelo, vuole aiutarlo. Comincia a fare telefonate, a chiedere aiuto, e nel giro di poche ore il problema del pernottamento viene risolto: Angelo viene accolto presso “La Casa di Francesco”.

A questo punto Giovanni avrebbe potuto fermarsi, soddisfatto di aver trovato una soluzione, seppur temporanea, per il problema di Angelo. Avrebbe potuto pensare di aver compiuto un gesto generoso, di aver fatto la sua parte, e di lasciare che da lì in avanti si occupassero di Angelo i servizi sociali, gli operatori, qualcun’altro. E invece Giovanni non si ferma. Ed è in quel momento che questa storia smette di essere una storia normale per diventare una da raccontare.

Giovanni, dicevo, non si accontenta di aver trovato una soluzione temporanea per Angelo, vuole trovare una soluzione vera, definitiva. Ha tanti contatti, e inizia con pazienza a setacciarli per trovare una casa che sia alla portata delle modeste possibilità economiche di Angelo. Coinvolge la parrocchia, il prevosto, coinvolge amici e conoscenti. Alla fine, dopo qualche tentativo andato a vuoto, trova un appartamento che sarebbe ideale, perchè il proprietario è una persona di buon cuore ed è disposto ad accettare un canone di affitto più che ragionevole e a non chiedere l’anticipo della cauzione. Ma c’è un problema: l’inquilino precedente ha lasciato la casa in condizioni pessime, che non consentono nemmeno di ipotizzare che qualcuno possa abitarvi.

Che fare? Giovanni non si perde d’animo e inizia a costruire una squadra: una piccola task-force di persone che sposano il suo piccolo grande progetto. Coinvolge un idraulico in pensione, che si occuperà di cambiare la caldaia e rinnovare l’impianto, un altro amico che si occuperà di imbiancare, sua moglie che si prodiga per trovare mobilio e biancheria per la casa, una volontaria delle ACLI per le incombenze burocratiche relative alle utenze e ai contratti. Tutti insieme puliscono, aggiustano, montano, verniciano e coinvolgono Angelo e pure un altro ospite de “La Casa di Francesco” per dare una mano.

Passa qualche settimana e l’appartamento poco a poco cambia aspetto. Arrivano il coronavirus e il lockdown a rallentare i lavori, ma appena è possibile si ricomincia, nei ritagli di tempo che ciascuno riesce a mettere a disposizione.

Quando arriviamo alla fine della storia, al momento dell’aperitivo di inaugurazione, l’appartamento è un piccolo gioiello: una casa semplice ma completamente ristrutturata e riarredata, dove non manca nulla. E la soddisfazione per il risultato raggiunto traspare sui volti sorridenti dei volontari che si sono spesi e dedicati a quest’opera. E traspare anche dalle lacrime di commozione di Angelo, che non smette di ringraziare, e che sa che questo nuovo inizio è stato possibile grazie alla solidarietà e all’opera di Giovanni e della sua squadra.

Dario Giacobazzi

I nomi dei protagonisti della storia sono naturalmente di fantasia. Per fortuna tutto il resto è vero.

Info: casafrancesco@coopintrecci.it