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Certe volte basta che qualcuno ti tenda la mano, ti dica “lo puoi fare, ti accompagno”. La porta che sembrava sbarrata è invece socchiusa; serve un soffio di incoraggiamento, supporto, motivazione e gradualmente si apre, lascia entrare luce, fiducia, autostima.

È quello che è successo con Fabrizio in questi mesi. Non potendo più stare nella casa paterna è stato inserito in un nostro appartamento dedicato all’housing sociale. Un giovane adulto con cui provare a riprogettare il futuro, trovare una strada, costruire insieme un percorso per raggiungere l’autonomia e il benessere.

Quando è arrivato sembrava che Fabrizio vivesse in un eterno limbo, sospeso o forse incastrato da un lato nel “dolce far nulla” perché “lavoro non me lo danno anche se lo cerco, ma poi che lavoro posso fare io?” e, dall’altro, nell’isolamento relazionale per cui nessuno ti chiede niente e forse a nessuno importa niente. Ci è voluto un po’ di tempo per abbassare la guardia, accogliere il pensiero che la porta poteva aprirsi e immaginare che si poteva costruire o delineare il proprio progetto personale: non è più solo tempo sospeso e vuoto, di attesa, ma tempo da riempire, a cui attribuire senso.

Allora Fabrizio gradualmente si è fidato di noi, ha permesso che tendessimo la mano, che bussassimo alla porta.

Siamo partiti da ciò che non era stato portato a compimento: la scuola superiore. Riuscire a chiudere un capitolo così traumatico per lui era una bella sfida, ma imprescindibile per mettere le basi del progetto personale. Come fare? Eravamo consapevoli che Fabrizio non potesse tornare in una classe, ma anche che aveva necessità di affidarsi ad un insegnante, un tutor, che lo guidasse e supportasse. Una figura speciale che capisse le fatiche e le fragilità di Fabrizio, ma anche le sue potenzialità e specificità e lo riportasse “nel mondo reale”, cioè nel mondo scuola, a cavallo con il mondo professionale. Avendo terminato i primi due anni di scuola di grafica, abbiamo iniziato a cercare un contesto adatto per svolgere l’esame del terzo anno da privatista e abbiamo trovato nella scuola dei Salesiani di Arese la risposta al nostro bisogno. Insieme si è costruito un percorso didattico ad hoc per Fabrizio, individuando nel prof. Giancarlo la figura adatta.

Un monitoraggio costante, il confronto regolare tra tutta la rete, l’impegno di Fabrizio hanno permesso di arrivare a giugno al giorno dell’esame. Quella mattina abbiamo deciso di accompagnarlo a scuola e aspettare che terminasse la discussione del suo lavoro. Impeccabile con la sua t-shirt bianca e tesina sotto il braccio, nascondeva nel suo sguardo la paura dell’esame, il timore del fallimento. Non sapevamo proprio come sarebbe andata a finire, ma eravamo li fuori in cortile, ad aspettarlo. Finalmente dopo un’ora di attesa lo abbiamo visto uscire accompagnato dal prof. Giancarlo; ci è venuto incontro stringendo la sua tesina tra le mani, e sorridendo. “È stato un anno duro, adesso ci godiamo un po’ di meritato riposo!”, sono state le sue parole a cui ha aggiunto: “Grazie!”. L’esame è andato bene!

Un passo, un piccolo grande passo che permette a Fabrizio di chiudere un capitolo rimasto dolorosamente aperto per anni, di fissare un punto di ripartenza per immaginare il futuro e forse iniziare ad avere fiducia nell’altro, che talvolta ti tende la mano e ti dice “lo puoi fare, ti accompagno”.

Come equipe housing sociale vogliamo ringraziare il prof. Giancarlo P. che con passione e pazienza ha sostenuto Fabrizio e che ci ha regalato questo breve scritto:

Da qualche anno la mia vita professionale ha iniziato a percorrere una strada parallela. Faccio il grafico da quando mi sono diplomato nei primissimi anni ’80 e ho percorso tutti i vari cambiamenti del settore e le innovazioni tecnologiche. Per me non è solo un lavoro, con il passare del tempo è diventata una vera e propria passione.  Quando mi hanno proposto di insegnare ho accettato volentieri nonostante fosse una sfida del tutto nuova.  Dopo aver passato i primi mesi a prendere le misure, ho scoperto che mi affascina sempre di più stare a contatto con i ragazzi passando loro la mia conoscenza delle arti grafiche.
Verso i primi mesi del 2021 mi viene proposto di assistere e seguire come tutor un ragazzo, Fabrizio. Mi viene spiegato dalle operatrici di Intrecci che Fabrizio, giovane adulto, avrebbe bisogno di completare gli studi di grafica interrotti in modo da ottenere un diploma professionale.

Ho cercato fin da subito di mettere a proprio agio Fabrizio, intimorito dal troppo tempo passato lontano dagli studi, illustrandogli in maniera generale il campo della prestampa. Insieme abbiamo scelto su quale settore avrebbe voluto cimentarsi per preparare l’esame che prevedeva un’esposizione verbale con relativa tesina da presentare a fine periodo scolastico. Fabrizio ha dimostrato un’ottima volontà nell’apprendere sia del punto di vista teorico che pratico, la diffidenza e il timore iniziale che aveva nei confronti della materia si sono dissolti nello spazio di poche lezioni, stabilendo così come me un rapporto sereno fatto di scambi, grazie anche alla sua partecipazione molto attiva. Non si è mai tirato indietro agli esercizi o alle varie modifiche che approntavo ai suoi lavori durante il tempo a nostra disposizione. A metà giugno, con un po’ di giusta apprensione, ha affrontato il colloquio d’esame presentando il proprio lavoro ad altri insegnanti dell’Istituto e al presidente di commissione. Osservare mentre ben esponeva le sue ricerche e i suoi elaborati è stato per me motivo d’orgoglio, consolidato anche dal buon giudizio finale espresso dai colleghi incaricati.

G. P.

PS. Voglio ringraziare le persone che mi hanno dato la possibilità di conoscere Fabrizio, una persona che ha tanta voglia di rimettersi in gioco e che ha le capacità per farlo.

Barbara Casasola

Info: b.casasola@coopintrecci.it