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Antonella Rosetti, docente “di esperienza”, ci insegna quanto può essere importante il ruolo della scuola e dei docenti nel gettare semi, tramite parole, gesti e coinvolgimento. Nella speranza che questi diventino alberi.

Cosa collegano tra loro la Cooperativa Intrecci, l’Istituto Comprensivo Europa Unita di Arese e un laboratorio di maglieria e giocattoli?

Il collegamento nasce dalla scoperta, da parte dei ragazzi, soprattutto quelli delle classi medie della “Scuola Media Leonardo da Vinci”, che esiste una realtà di profughi, richiedenti asilo e rifugiati costretti a lasciare le loro case e che vengono in seguito accolti nel nostro paese. Ma questa accoglienza come funziona? È qui che entra in gioco la Cooperativa Intrecci che ci ha aiutato a capire qual è la situazione di un rifugiato grazie anche all’intervento di Monica, coordinatrice del progetto SAI “Benvenuti al nord” di Rho, e di Roberto, un papà profugo lì accolto, al quale i ragazzi hanno sottoposto una intervista realizzata da loro.

Quindi dopo aver conosciuto la realtà di Roberto, i ragazzi si sono detti “beh, che cosa possiamo fare noi per loro?” E allora abbiamo attivato dei laboratori, aperti a tutti gli alunni volontari delle classi medie, divisi in due tipologie: il primo era dedicato all’imparare a lavorare a maglia creando qualcosa che tenga caldo, da qui il nome del progetto “RiscalDIAMO”, dove “diamo” è diventato maiuscolo nel senso che comprende qualcosa di caldo ma che noi doniamo, si gioca un po’ sulla parola; l’altro nasce dall’idea di far giocare i bambini ospiti del progetto, così ci siamo adoperati nella costruzione di giocattoli. La partecipazione è stata straordinaria perché 74 ragazzi delle 2° e 3° medie hanno presenziato ai due pomeriggi di volontariato nella scuola in orario extra-scolastico, con la curiosità di imparare a fare una cosa nuova che inoltre veniva donata manifestando nei ragazzi grande gioia. I manufatti e i giochi li abbiamo poi consegnati a Monica che li donasse agli ospiti del progetto SAI per Natale.

Quando si è sviluppata l’idea del progetto?

Noi siamo partiti da ottobre 2021, o meglio a ottobre è nata l’idea, poi c’è stata l’intervista, infine l’organizzazione dei laboratori e la preparazione dei manufatti. L’iniziativa è emersa da due classi, 2C e 3C, che hanno fatto da capofila del progetto in generale, culminato nell’ accoglienza di tutti i ragazzi che, sensibilizzati, hanno deciso di partecipare a questi pomeriggi di laboratorio.

Qual è lo scopo di questo lavoro?

Questi progetti hanno la finalità di sensibilizzare i ragazzi ma anche di fargli capire che la scuola non è fissa alla tabella di matematica o al tema, ma tu puoi scrivere un pezzo su Roberto ed ecco che hai usato le tue competenze di italiano per comunicare in modo diverso. Il senso è di far emergere e meglio comprendere una materia spesso messa ai margini, l’educazione civica. Divento un bravo cittadino perché mi prendo cura degli altri, entrando così in uno degli ambiti dell’educazione civica che è la solidarietà.

E devo dirti che i ragazzi sono stati molto contenti, perché poi il trovarsi insieme nei pomeriggi di laboratorio è stato molto festoso. È stato un modo in cui la scuola è diventata uno spazio dove si può crescere insieme. C’era anche questa cosa dell’imparo qualcosa che mi mette in un’altra ottica, ci siamo ritrovati un po’ tutti a un punto di partenza, e anche questo è molto bello, nel senso che siamo usciti dalle classiche dinamiche della scuola, soprattutto quella della competizione, tutti avevamo a che fare con una attività inesplorata.

Volevo aggiungere anche che con la Cooperativa Intrecci, nello specifico con Giovanni Formigoni che lavora all’Emporio della Solidarietà di Rho, abbiamo collaborato per la creazione delle scatole di Natale da consegnare alle 80 famiglie con difficoltà economiche da loro seguite. Noi abbiamo mandato 160 scatole per i genitori e altre 320 scatole, due per ogni bambino. Abbiamo definito con Giovanni che cosa mettere in queste scatole che per un bambino poteva essere un gioco, un libretto, una cosa dolce e un biglietto di auguri. Per gli adulti una cosa di intrattenimento, di cosmetica o di necessità. Aggiungo che tante scatole le abbiamo anche mandate ai bambini in Ospedale di Rho e Garbagnate, tramite la Misericordia di Arese.

I semi sono stati gettati, gli alberi ci sembra stiano crescendo nel modo corretto, con la speranza che abbiano radici forti e che resistano ai venti impetuosi della vita.

A cura di Elena Pastorino

Info: futura@coopintrecci.it