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Lo scorso 4 aprile si è tenuta a Sesto Calende una tavola rotonda sul tema della grave marginalità sociale. L’evento è stato pensato e organizzato dal Piano di Zona e da Intrecci come momento di conclusione ideale e di restituzione al territorio del lavoro portato avanti nell’ambito del progetto Strada Facendo, finanziato con fondi PRINS.

Quando si parla di “grave emarginazione” e di servizi o progetti che si occupano di persone “in condizioni di marginalità grave”, può risultare spontaneo pensare ai dormitori, alle mense per senzatetto, ai volontari che incontrano le persone senza dimora nelle stazioni ferroviarie. Esiste tuttavia anche una povertà che si nasconde nelle case, a domicilio, e che nonostante il bisogno fondamentale di un’abitazione sia soddisfatto, non per questo può essere definita meno “grave”.

Sono persone sole, o isolate, che vivono all’interno di quattro mura che nella maggior parte dei casi sono tenute in condizioni precarie, e che hanno poco o nulla a parte un tetto sopra la testa. Si tratta spesso di persone che vengono definite multiproblematiche, non solo perché a volte soffrono di disturbi psichici o possono avere problemi di dipendenza da alcool o stupefacenti, ma anche perché oltre ad un’abitazione compromessa vivono in assenza di legami significativi (familiari, amicali, sociali), in povertà economica ma anche culturale, con una scarsa consapevolezza dei propri problemi, della propria condizione di salute e con minime capacità di prendersi cura di sé.

E’ questo l’identikit sommario che si può tracciare delle persone che il progetto Strada Facendo ha incontrato in un anno di lavoro – hanno raccontato Francesca Coscia e Sabrina Gaiera di cooperativa Intrecci, le operatrici impegnate sul servizio. I numeri sono significativi ma non sono allarmanti, anche perché il distretto è composto da centri abitati piccoli o medio-piccoli, lontani nella composizione sociale dalle grandi periferie urbane e delle città capoluogo. Tuttavia, alcune di queste caratteristiche si ritrovano anche nei dati che Caritas Ambrosiana raccoglie attraverso i propri centri di ascolto nella Diocesi di Milano – ha confermato Sara Bellavite, responsabile dell’Area Grave Emarginazione di Caritas – e sono ancor più preoccupanti se si pensa che esiste certamente una quota di persone che non è in grado o sceglie di non rivolgersi ai servizi sociali o alle Caritas: una povertà “sommersa” che i dati e le statistiche non riescono ad intercettare.

E’ una realtà che può incrociare altri drammi sociali come quello della violenza di genere (negli ultimi anni l’incidenza femminile sul totale dei casi di grave emarginazione sociale è in forte aumento), ha evidenziato Alessandro Pezzoni, vicepresidente di fio.PSD (Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora). Si tratta di un problema complesso e strutturale, che richiede quindi risposte che non possono essere temporanee e devono uscire dalla logica dell’emergenza e della semplificazione. È necessario inoltre un approccio che superi la logica degli interventi “a sportello” (per la quale si apre un servizio e si attende che l’utenza si rivolga ad esso) e che vada verso le persone, entri nelle loro case, ascolti le fatiche, condivida pensieri, promuova e accompagni soluzioni, rimanga come punto di riferimento costante. Quest’ultimo aspetto è stato sottolineato da alcuni tecnici dei servizi sociali come il fattore più rilevante che ha determinato il successo del progetto Strada Facendo. La maggior parte degli interventi realizzati dalle operatrici di Intrecci ha accompagnato dal punto di vista socio-educativo singoli o nuclei familiari in difficoltà. Le persone sono state incontrate o intercettate in modi molto diversi, ma il bisogno rilevato come prevalente è stato proprio quello della necessità di avere una figura di riferimento che potesse aiutare le persone a compiere alcuni piccoli o grandi passi che altrimenti non sarebbero state in grado di fare. L’accompagnamento (o affiancamento, o tutoring) sociale si intende a 360°, e ha riguardato aspetti molto vari, da quelli burocratici e amministrativi a quelli psicologici, da quelli di orientamento e informazione a quelli di accesso ad altri servizi, da quelli lavorativi a quelli che riguardano la cura della salute. L’intervento e la relazione educativa, realizzata attraverso l’ascolto e la condivisione di obiettivi minimi, è fondamentale per la non-degenerazione di alcune situazioni individuali, assolvendo anche ad un importante ruolo di prevenzione dell’aggravarsi delle condizioni sociali di vita delle persone.

Consolidare la presenza di un’équipe specializzata per offrire servizi sempre più vicini alle persone è la sfida che si vorrebbe provare a raccogliere insieme alle istituzioni del territorio. Le positive relazioni di collaborazione tra i servizi sociali dei Comuni coinvolti e le operatrici impegnate sul progetto è un dato molto positivo, che testimonia come le istituzioni pubbliche e il terzo settore, nel rispetto dei reciproci ruoli, possano completarsi vicendevolmente e favorire l’interesse delle comunità in cui operano.

Leggi e scarica le slides dell’incontro:

Progetto “Strada facendo” PRINS Sesto Calende

Il progetto “Strada Facendo”, finanziato dal PRINS nell’ambito territoriale di Sesto Calende, si è sostanziato in azioni relative alla prossimità e al sostegno sociale ed educativo. I beneficiari vengono segnalati dai Servizi sociali dei comuni dell’Ambito distrettuale di Sesto Calende, l’equipe del progetto ha compito di supportarli, indirizzarli e accompagnarli ai servizi presenti sul territorio o anche presso servizi extraterritoriali. È stato istituito un piccolo centro servizi ad apertura settimanale presso la frazione di Sesona (Vergiate), ospitato in locali di proprietà comunale. Presso il centro servizi i beneficiari possono fruire di servizi primari (docce e lavanderia) e trovare un luogo di ascolto e socialità. 

Destinatari delle attività21
TitolaritàAmbito di Sesto Calende (VA)
SedeSesto Calende (VA)
Anno di avvio2023
e-maild.giacobazzi@coopintrecci.it