E’ ormai passato un anno dalla scomparsa per Covid di Umberto Civitelli, socio lavoratore della cooperativa. Lo ricordiamo con questo articolo di Morgan Chimponda. Collega, ma non solo.
Tutto è iniziato come un incontro con nuovi colleghi in un nuovo posto di lavoro: quando ho conosciuto Umberto mi sembrava un incontro ordinario, un nuovo collega con cui avrei lavorato nella quotidianità. Invece questo incontro si è rivelato essere diverso dal solito, per la persona che era Umberto: un uomo che apprezzava l’amicizia e ha dimostrato che, se le relazioni sul posto di lavoro sono basate sulla fiducia e sull’amore, allora tutto è possibile.
Ho capito subito di aver guadagnato non solo un compagno di lavoro, ma anche un amico su cui poter contare. La cosa più sorprendente è che non era così solo per me o solo per alcune persone, ma era così per tutti quelli che lui incontrava e che contagiava con la sua solarità e la sua parlantina toscana, dai colleghi agli ospiti ai volontari, fino ai visitatori.
Umberto era riuscito a costruire rapporti con i colleghi che andavano oltre il lavoro. Al di fuori dell’orario ci incontravamo spesso per fare due chiacchiere. Aveva preso l’abitudine di passare a casa mia il sabato di ritorno dalla spesa del centro per salutarmi e bere insieme un caffè. La domenica, quando facevo un giretto con le mie figlie, quasi sempre mi trovavo al Castello dei Comboniani che loro hanno “ribattezzato” il castello di Umberto perché era lui che incontravamo e che ci accoglieva quando passavamo di lì. In un certo senso anche per me andare al Castello è legato all’immagine di Umberto che si affaccia alla finestra che mi invita per un caffè.
È passato un anno ed è ancora difficile credere che non ci sia più. I ricordi restano indelebili nella mia mente, ma dentro di me ho la speranza di essere capace di essere un po’ come lui è stato, con quella giovialità, quella capacità di accoglienza, di mettere tutti a proprio agio che è un modo di lavorare che davvero restituisce dignità a tutti coloro che incontriamo e con cui ci troviamo a lavorare.
Morgan Chimponda