Skip to main content

Dai primi giorni di gennaio Intrecci abbandona per ragioni tecniche una struttura storica della sua accoglienza di persone rifugiate e richiedenti asilo: la casa di Via Dante 268 a Caronno Pertusella. Per più di vent’anni è stata sede dell’accoglienza di famiglie e individui provenienti da tutto il mondo.

Kuteis Huseynova ha passato molti anni proprio lì, prima come richiedente asilo e poi come operatrice del nostro progetto di accoglienza, fin da quando si chiamava Sprar (oggi Sai).

Kuteis ha voluto ricordare così l’esperienza e l’affetto vissuti in Via Dante 268:

Via Dante 268. Cosa rappresenta per voi? Il cancello verde, colore della speranza o il portone di legno, sinonimo di rinascita? Ricordate il glicine o l’albero di pere?

Via Dante 268 è un luogo di lavoro, ma anche di passaggio, nonché, per tanti ragazzi, un ponte.

Via Dante 268 è un insieme di culture, di colori, di profumi, di cibi… ma è anche molto di più!

Siria, Turchia, Azerbaigian, Macedonia, Libia, Palestina, Sierra Leone, Ghana, Nigeria, Congo, Pakistan, Armenia, Cecenia, Georgia, Colombia, Afghanistan, Eritrea, Etiopia, Somalia, Sudan, Gambia, Senegal… uomini di tutto il mondo hanno dato colore a questo luogo.

Chiudo gli occhi e sento il profumo di borek, di sambosa, di riso, di torte. Riesco ancora a sentire le risate delle mamme che cucinano insieme.

L’intreccio di diverse lingue, la musica di ogni parte del mondo, un’incredibile sensazione di pace.

21 agosto 2001: per me è un nuovo inizio e via Dante 268 rappresenta tutto questo. Ma è per me anche un luogo di lavoro.

È un caldo e noioso pomeriggio di agosto, insieme ad un fresco mattino di settembre. È uno spazio di nuovi incontri e di crescita, sotto ogni punto di vista.

Via Dante è stata la mia prima casa italiana ed è poi diventato il mio posto di lavoro.

Via Dante 268 è per me tantissime cose: ripartenza, crescita, scoperte e sfide: da beneficiaria a operatrice sociale. E ho imparato a condividerla.

È un luogo dalle mille sfaccettature, dove “il mare non c’è, ma la speranza sì”; semplicemente … casa!”

Kuteis