A volte è difficile capire una persona, anche se la conosci bene. Se poi è un ragazzo dal trascorso turbolento che a 23 anni si trova completamente solo a dover ripartire da zero, è ancora più difficile.
Se infine quel ragazzo si trova in una comunità psichiatrica, allora sembra veramente impossibile.
E’ così che noi operatori ci siamo impegnati ad immaginare la sua vita, la sua storia, quello che non sapevamo di lui ma c’è e c’è sempre stato. Quello che segue sono le cose che abbiamo sentito e che sono venute ad abitare in un vero progetto di Vita. Vita con la V maiuscola.
Capelli rasati, jeans stracciati ed un cappellino portato al contrario, forse indossato per contenere quei pensieri e quella rabbia che nessuno può spiegare. Mirko si presenta così al mondo, un mondo che nessuno gli ha mai insegnato a Vivere. Adottato da una famiglia benestante e abbandonato proprio nel momento più complicato dell’esistenza: l’adolescenza, gli amici sbagliati, le droghe, i soldi facili e quelle maledette esplosioni aggressive dettate, forse, dalla mancanza vera di Amore.
Mirko in Comunità è il bullo, il leader, lo spaccone. Mirko fuori è un ragazzo indifeso che cerca approvazione scusandosi milioni di volte per aver sbagliato un rigore in una partita di calcetto.
Un mondo da conquistare con la sua giovinezza, come Cristoforo Colombo ma senza Caravelle. Da naufrago.
Passano i mesi in comunità. Musi lunghi, pugni tirati. Provocatorio e temerario fuori, ma vuoto e fragile dentro.
Ecco che piano piano funziona, gli stiamo vicino, scatta la simpatia che gli permetterà di alzarsi. Perché fa bene l’amore di chi ti sta accanto, anche se sono ‘solo’ operatori; va bene che qualcuno ci creda a te e ti faccia credere in qualcosa che forse faticavi anche solo ad immaginare di te.
Eccoci in una scrivania, fogli stracciati, calcolatrice scarica e voglia di risolvere un problema di formule statistiche che ci cruccia.
Eccolo: Mirko sta frequentando un corso di magazziniere e marketing. Ci crede, studia, non pensa a disfarsi – bevendo o fumando – per rimpiazzare la malinconia, la sfiducia e l’abbandono. Ce l’ha fatta. Ce l’abbiamo fatta. Abbiamo costruito con lui un progetto in cui si è sperimentato, frequentando un corso regionale di studi che lo ha portato a conquistare un piccolo diploma di Vita. Forse un primo filo di luce dentro quella stanza vuota. Un traguardo. E’ stato come un cioccolatino quando avevi fame. Una dolcezza che t’investe e di quella luce, poi non potrai farne a meno. Vuoi farcela, vuoi avanzare, proseguire e impadronirti del tuo futuro.
Mirko oggi, dopo quel corso, ha degli obiettivi: pensa a trovare un lavoro al più presto, a trovarsi un appartamento. Fantasie rubate al mondo, impossibili da definire ma bellissime da sognare per un giovane ragazzo.
Ci sono giorni in cui la fretta è tanta e la persone a volte si distraggono, piccole fughe dalla comunità in cui – dopo pochissimo – ha deciso di tornare. Sarà necessario frenare un pochino ora, fortificando la sua autostima, ma aiutandolo ad affrontare con i tempi necessari nuove mete. Nuovi traguardi. Nuove Vittorie.
Mirko, tifiamo per te e con te ci sbatteremo nelle difficoltà per raggiungere ciò che meriti e nessuno ti ha mai permesso di rincorrere.
Immaginiamo un’altra pagina per te. Siamo qui e questo è un dato concreto, indiscutibile, come concime per una pianticella che intanto continua a crescere e diventa sempre più’ verde. E per dirla con le parole di una canzone “perché sarà migliore e tu sarai migliore come un bel film che lascia tutti senza parole”.
Simona Malanchin