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classeTalvolta sottovalutiamo il valore e l’efficacia di poter parlare ad alta voce con qualcuno, per rimettere in ordine i propri pensieri e bisogni.
Romina viene allo sportello senza troppo entusiasmo. In realtà,  si trova subito molto bene con l’educatrice e si crea velocemente un rapporto di fiducia che la porta a richiedere… cinque altri colloqui! Romina, infatti, utilizza il tempo del colloquio per sfogarsi e per rielaborare le fatiche, ancora presenti,  in merito alla separazione dei genitori. Durante gli incontri parla molto del ruolo che hanno i genitori e del rapporto che c’è tra di loro, ma progressivamente porta sempre più spesso sentimenti e pensieri su di sé, sulle proprie insicurezze e sulla fatica di trovare una sua collocazione all’interno degli intrecci familiari.

Lo sportello la ascolta e cerca  di aiutarla nella ricerca di una propria identità, distinta da quella dei suoi genitori,  di una messa a fuoco dei suoi bisogni e delle sue possibili richieste .
Nel tempo si assiste ad una evidente modificazione nel suo atteggiamento che viene esplicitato dalla ragazzina stessa. Nell’ultimo incontro, in particolare, si rende conto di avere maggior consapevolezza delle proprie paure (fino a poco tempo prima presenti nella quotidianità) che le impedivano di vivere serenamente i cambiamenti degli ultimi anni. Oggi si percepisce come una persona distinta dalla  madre e non sente di dovere più prendere posizione tra i due genitori.

Nel corso dei mesi, ha imparato a riconoscere i suoi pregi, le conquiste ed il faticoso percorso di crescita compiuto, iniziando ad accettare anche le zone d’ombra della sua storia ed i difetti del suo corpo, imparando però a valorizzarlo.

In un momento in cui la famiglia non poteva più essere il solo luogo in cui depositare le proprie difficoltà ed in cui il contesto amicale offriva poco ascolto e sostegno, Romina ha trovato nello sportello uno spazio in cui potersi ritrovare, rinforzare e relazionarsi con una figura adulta, senza timori o rabbia.