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Perché questa storia è anche un deserto.
Sarà necessario camminare a piedi nudi sulla sabbia che scotta, camminare e stare zitti, credere nell’oasi che si profila all’orizzonte che non smette di andarsene avanti verso il cielo, camminare senza voltarsi, per non essere portati via dalla vertigine. I nostri passi inventano il sentiero a mano a mano che si va avanti; dietro non lasciano tracce, ma il vuoto, il precipizio, il nulla.
Allora guarderemo sempre avanti e ci affideremo ai nostri piedi.
Ci porteranno così lontano che non sapremo credere a questa storia.
Tahar Ben Jelloun

 

Proseguono le attività del centro di accoglienza SPRAR per richiedenti asilo e rifugiati di Rho avviato lo scorso aprile. I posti disponibili sono ormai completamente occupati da 26 uomini nella struttura comunale di via Gorizia e da 7 uomini nei tre appartamenti messi a disposizione dalla Cooperativa Intrecci a Corte Bolla, Canegrate.

rifugiati Rho CanegrateLe persone accolte hanno tra i 18 e i 40 anni e provengono principalmente da Pakistan e Afghanistan, con l’eccezione di una persona proveniente dal Kurdistan Iracheno. La stragrande maggioranza di questi giovani ha alle spalle un lungo viaggio per arrivare in Europa e percorsi differenti all’interno dei confini UE, nel tentativo di ottenere un permesso di soggiorno e la possibilità di lavorare per mantenere sé e i familiari che ancora vivono in patria.
Durante il periodo estivo, 25 dei nostri ospiti sono stati ascoltati dalla Commissione Territoriale di Milano per il riconoscimento della protezione internazionale e ne stanno attendendo l’esito. Durante questa intervista, ai richiedenti asilo viene richiesto di raccontare in modo dettagliato la propria storia al fine di dimostrare di avere diritto a una forma di protezione internazionale nel nostro Paese.

In caso di esito positivo, viene concesso un permesso di soggiorno della durata di 5 anni rinnovabile (un solo anno nel caso della protezione umanitaria); In caso di esito negativo viene consegnato un foglio di via che prevede un massimo di 30 giorni per lasciare il paese o per presentare ricorso.

Si può ben immaginare quanto questa lunga attesa per essere ascoltati dalla Commissione Territoriale prima e per l’esito successivamente, sia fonte di ansia e stress per queste persone che vengono sostenute nel loro percorso giorno dopo giorno dagli operatori.

Da giugno in poi l’équipe del centro di accoglienza, con l’aiuto di due volontarie e la disponibilità dei locali della Parrocchia S. Pietro, ha organizzato alcuni corsi di italiano e di alfabetizzazione specifici per ogni livello di comprensione della lingua. Questi corsi hanno garantito la possibilità di studiare anche durante la chiusura estiva della scuola pubblica CTP che ha avviato le lezioni del nuovo anno scolastico a metà ottobre, fornendo ulteriori ore di studio ai nostri ospiti.
È stato inoltre introdotto un appuntamento settimanale di cineforum interno al centro di accoglienza, durante il quale gli operatori propongono alcuni film, accompagnando gli ospiti nella comprensione di trama e dei dialoghi, nel tentativo di affinare l’orecchio ai suoni e alle espressioni della nostra lingua.
Grazie alla partecipazione di una volontaria, è stato inoltre possibile proporre agli ospiti un ciclo di incontri tematici legati alle regole della vita in Italia, che affrontano problematiche reali come la raccolta differenziata, la struttura amministrativa del nostro Paese, il funzionamento del mondo del lavoro e molto altro.
In aggiunta a queste attività, due volte al mese i più volonterosi si cimentano nella preparazione di piatti tipici dei loro paesi, cucinando a turno per tutti, per passare insieme qualche ora intorno alla tavola sentendosi forse un po’ più vicini alle loro terre e alle loro famiglie.

Queste occasioni comunitarie, oltre ad alcuni incontri sportivi proposti dall’associazione di Football Sala “Giardino danzante” di Barbaiana e dagli allenatori di pallavolo dell’oratorio di Mazzo, hanno permesso fino ad oggi di riempire almeno in parte le giornate delle persone accolte, altrimenti concentrate unicamente sui giorni e i mesi di attesa per l’esito del loro iter burocratico e sulla paura di un eventuale diniego della loro domanda di asilo.

Nonostante alcuni problemi di convivenza e, talvolta, di rispetto delle regole del centro, il bilancio di questi primi sei mesi è positivo. Il percorso continua, per i nostri ospiti e per noi operatori.
In bocca al lupo a tutti!

Chiara Tasinazzo

Per ulteriori info:
Accoglienza Rho: 0289919995
Area rifugiati: m.minessi@coopintrecci.it