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Dottoressa Sandra Moroni, lei è dirigente scolastico dell’istituto comprensivo “Tommaso Grossi” di Rho. Quali sono le sfide, le difficoltà e le soddisfazioni del suo ruolo come dirigente?

Una domanda difficile a cui rispondere, soprattutto in questo periodo: gli ultimi due anni sono stati faticosissimi e potrebbero condizionare il tenore delle risposte.

La scuola, come istituzione, con lo stato di emergenza pandemico, è stata infatti chiamata a rispondere a bisogni e a doversi occupare di cose sulle quali non avevamo competenze (per esempio in campo sanitario), che non eravamo preparati ad affrontare (la didattica digitale non era ancora né strutturata né consolidata, soprattutto nel I ciclo) e con pochissimi supporti e aiuti dall’Amministrazione Centrale (e non stiamo parlando dell’aspetto finanziario). Questo per spiegare, almeno in parte, la fatica…

In generale, la sfida, per un dirigente, è quella di offrire un servizio scolastico che risponda ai bisogni dei ragazzi, che sono sempre in evoluzione, in cambiamento, spesso rapido, mentre la scuola rimane piuttosto statica.

Per offrire un servizio efficiente ed efficace non sempre abbiamo a disposizione gli strumenti giusti e i sistemi di reclutamento del personale scolastico non sempre ci garantiscono la collaborazione di operatori professionalmente preparati per i singoli ruoli e compiti. E questo genera sconforto.

La soddisfazione di un dirigente consiste nel dare senso al ruolo che, non dimentichiamo, è un ruolo prevalentemente di servizio, volto a favorire la realizzazione dei progetti elaborati dai docenti per gli studenti

Qual è la sua idea di benessere a scuola?

Quando si parla di benessere a scuola a me vengono in mente le parole spazi, contesti e metodi. Mi spiego: fondamento dell’attività scolastica è la relazione di insegnamento e apprendimento che l’insegnante instaura con i suoi alunni: una relazione alunno/insegnante positiva è una relazione che riesce a dare ai ragazzi la curiosità e la motivazione ad apprendere e genera soddisfazione all’alunno e al docente. Dunque la costruzione del sapere passa attraverso uno scambio, con un ruolo attivo sia da parte del docente sia da parte dello studente. Per favorirlo ci vorrebbero meno vincoli di orari e di spazi, ci vorrebbe una maggiore flessibilità metodologica per andare a sviluppare competenze e non trasmettere solo conoscenze.

Ci vorrebbe però, allo stesso tempo, un recupero dei ruoli. Non è facile avere a che fare coi ragazzi di oggi perché quello che la realtà esterna ci rimanda è uno scarso rispetto dei ruoli, è tutto sullo stesso piano, l’educazione e i fondamenti del vivere in una comunità passano spesso in secondo piano, quello che prevale è la sfera individuale. Perciò si chiede sempre più alla scuola di sopperire, ci si aspetta tanto dalla scuola ed è anche giusto, ma non si può sostituirsi a tutto, alla famiglia in primis …

Cosa le andrebbe di raccontare della sua esperienza nel ruolo di Dirigente Scolastico?

La giornata più bella di sempre è stata il 16 aprile 2016, l’evento “Insieme con energia”, organizzato dalla scuola con la collaborazione degli insegnanti (e dei genitori), una mostra in cui sono stati esposti tutti i lavori fatti dagli alunni della scuola, dall’infanzia alla secondaria di I grado, su un unico tema, l’energia, appunto. E’ stato un evento partecipato, con genitori, bambini, insegnanti, amministrazione locale e anche esterni, la realizzazione di un bel modo di fare scuola, di dare identità e visibilità alla scuola. Una gran fatica, soprattutto per gli insegnanti, ma unica !!!

L’altra giornata che mi ha reso fiera del lavoro svolto da studenti e docenti è stata quando è stata portata in scena la rappresentazione “Shoah … Voci da Auschwitz” nel gennaio 2020, un lavoro svolto con impegno e passione dai docenti e dagli alunni, che hanno raggiunto un livello artistico altissimo, quasi professionistico.

Quali sono, se ci sono, i vantaggi del poter avere a disposizione all’interno delle sue scuole Infanzia, Primaria e secondaria di primo grado, un servizio come quello dello Sportello d’Ascolto?

C’è un dibattito diffuso sul fatto di dotare tutte le scuole di uno sportello psicologico e mai come oggi, indipendentemente dalla pandemia, ce n’è un gran bisogno! In certe situazioni il supporto di un esperto è fondamentale perché, per quanto gli insegnanti siano attenti in campo relazionale, le competenze specifiche sono essenziali. Lo sportello d’ascolto è un servizio che permette di affrontare e approfondire le situazioni più complesse.

Io sono molto contenta di avere questo servizio perché, al di là delle competenze, c’è una grande collaborazione. Aggiungo che lo sportello non è un sevizio ausiliario, ma complementare del servizio scuola. Dobbiamo inoltre pensare che i docenti hanno una loro professionalità ma non sono esenti da dubbi e fragilità, come chiunque. Per questo avere un riferimento, un esperto con cui potersi confrontare è fondamentale.

L’intervista è finita … si sente di voler aggiungere o dire qualcosa di non detto …

Mi interessa e ci tengo a sottolineare, e non lo dico per lusinga, che il fatto che l’Amministrazione comunale abbia accolto il bisogno di un servizio come quello dello Sportello d’Ascolto è sinonimo di sensibilità e attenzione nel voler supportare una necessità che non è ancora riconosciuta appieno dall’Amministrazione Centrale, e questo non è poco!

Intervista a cura di Rossella Salerno

Info: r.salerno@coopintrecci.it