Il 23 gennaio del 2016 veniva inaugurata a Gallarate “La Casa di Francesco”. Promosso da Caritas Ambrosiana e dal Comune di Gallarate, il progetto, che vede la gestione affidata a Intrecci, accoglie persone in emergenza abitativa e offre servizi diurni (docce, lavanderia, barberia) aperti a tutte le persone fragili presenti sul territorio. Sono passati 5 anni dall’apertura e per celebrare la ricorrenza abbiamo scambiato alcune battute con Gianenrico Bonetti, volontario della prima ora e pilastro della Caritas di Gallarate.
La Casa di Francesco compie i suoi primi 5 anni di attività, ci tracceresti un bilancio di questi anni e dell’impatto che la Casa di Francesco ha avuto su Gallarate?
Sono stati 5 anni di intenso lavoro da parte di tutte le persone coinvolte in questa bella storia di prossimità. Per quanto mi riguarda, tutto è iniziato prima del S.Natale del 2015, quando Mons. Valagussa, all’epoca decano di Gallarate, mi chiese di fare da referente Caritas per la Casa di Francesco e organizzare i servizi diurni. Devo essere sincero: la cosa mi stupì e mi mise addosso un po’ di paura. La mia esperienza era limitata alla Caritas parrocchiale, sarei stato capace di allargare i miei orizzonti all’ambito cittadino? La proposta però mi piaceva e capii subito quali potevano essere i risvolti umani dell’iniziativa. Organizzare il servizio docce, lavanderia e parrucchieri non era facile e per saperne di più ho anche visitato il servizio dell’Opera S. Francesco di Milano. Con l’aiuto di altri volontari, che già avevano fatto un percorso di preparazione condotto da Caritas Ambrosiana, siamo riusciti a dar vita a questa realtà. Ricordo che ai primi di febbraio è entrato Saverio*, il primo ospite nell’accoglienza serale/notturna gestita da voi di Intrecci. Poi nel giro di breve gli ospiti sono aumentati perché sul territorio si cominciava a conoscere la Casa di Francesco. Per i servizi diurni abbiamo dovuto attendere l’arrivo delle lavatrici e delle asciugatrici e la sistemazione dei box necessari per l’organizzazione degli spazi. Ai primi di aprile, con 13 tra volontarie e volontari, abbiamo iniziato l’attività vera e propria dei servizi docce, lavanderia e barberia. I fruitori di questi servizi sono in maggioranza persone che vivono in strada e altre che non hanno corrente elettrica o gas. Con queste persone si è instaurato, nel tempo, un rapporto di conoscenza e amicizia, in quanto il fine dell’iniziativa è stare loro vicini e farli sentire parte di una comunità. Oggi possiamo dire che la Casa di Francesco è una realtà molto bella e conosciuta nell’ambito territoriale, che offre servizi importanti per le persone in stato di necessità.
In questi anni abbiamo conosciuto tante storie difficili, a volte drammatiche. C’è una persona o un episodio che ti ha colpito in modo particolare?
Nelle prime settimane sono arrivate poche persone, ma poi si è sparsa la notizia. Con alcune di loro sono nate delle confidenze e belle relazioni. Alcune di queste persone vivono in strada con problemi di sostanze o di alcolismo. I casi che abbiamo affrontato sono tanti, diversi eppure simili nella loro essenza: in fondo ci chiedono di essere accolti, ascoltati, e non giudicati.
Tanti sono i nomi che ricordo. Fra questi ricordo Davide*, che sbarcato a Malpensa dalle Isole Fiji è stato aiutato da noi per ritrovare la sua famiglia in Inghilterra. Maurizio* che dopo un percorso di ripensamento si è riunito alla sua famiglia. E come dimenticare Maxim* e Jusef*, due giovani vite purtroppo stroncate dalla solitudine.
Il volontariato, a Gallarate come in altri territori, è una realtà preziosissima. Ti chiedo se e come è cambiato negli ultimi anni e quali prospettive vedi nel futuro per questo mondo in continua evoluzione.
Il volontariato a Gallarate è una realtà preziosa e molto attiva. Il significato profondo è rimasto sempre lo stesso: la persona. Forse oggi ci accostiamo a chi ha bisogno con la consapevolezza che i bisogni materiali sono importanti, ma più importante è il rapporto interpersonale che riusciamo a stabilire con loro.
Il 2020 è stato un anno particolare e complesso per tutti a causa del COVID-19. Che anno è stato per te? Come lo hai vissuto?
Il 2020 è stato un vero disastro, soprattutto perché i nostri assistiti hanno trovato molte difficoltà: la mensa del Buon Samaritano è rimasta a lungo chiusa, le docce chiuse, i rapporti con noi volontari ridotti al minimo… Speriamo che si possa ritornare alla normalità al più presto, per il loro e il nostro bene.
Gianenrico Bonetti, per chi lavora nel nostro ambito a Gallarate, è una sorta di istituzione, un punto di riferimento. Lo sei per noi di Intrecci, per la Caritas, e soprattutto per le decine e decine di persone di cui ti sei preso cura in questi anni. La domanda è semplice: come fai? Come riesci ad esserci sempre e per chiunque ti chieda un aiuto?
La risposta è semplice, cerco di mettermi nei suoi panni e cerco di fare mie queste parole: “Per un cristiano carità è vita: non possiamo limitarla ad un tempo, un momento, un’azione, deve essere per noi allo stesso tempo uno stile, una pratica e una costante tensione per rispondere al comandamento di Gesù, amare come Lui ci ha amato. (Gv 13,34)”
ALCUNI NUMERI SULL’ATTIVITA’ DE LA CASA DI FRANCESCO NEL QUINQUENNIO 2016/2021
Persone accolte nel servizio dormitorio** | 166 |
Numero di accessi al servizio docce | 6304 |
Numero di accessi al servizio lavanderia | 3989 |
Numero di accessi al servizio barberia | 2426 |
* Tutti i nomi citati sono nomi di fantasia
** La durata media di una accoglienza nel quinquennio è stata di circa 6 mesi
A cura di Dario Giacobazzi
Info: casafrancesco@coopintrecci.it