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È importante, di tanto in tanto, soffermarci sul significato della parola accoglienza. In particolare l’accoglienza delle persone più fragili da un punto di vista economico e sociale. Questa parola può assumere diversi volti, alcuni dei quali riescono a coniugare un aspetto pragmatico ad uno più emotivo. L’obiettivo è l’autonomia. Esseri indipendenti, infatti, è il fine ultimo di un percorso che, se pur in alcuni casi lungo e difficile, può realmente sfociare in un’indipendenza che garantisce di poter ricominciare a vivere una vita dignitosa. Accoglienza significa anche essere aperti a un’integrazione sul territorio che possa portare a una convivenza serena di tutte le parti coinvolte: coloro che accolgono e coloro che vengono accolti.

Oggi vogliamo portare all’attenzione quello che secondo noi è un importante esempio di azione che mira alla costruzione di un’integrazione attiva, in quanto dinamica e costante nel tempo. È il caso del Centro d’accoglienza straordinaria presso i Guanelliani di Barza, frazione del Comune di Ispra in provincia di Varese, gestito da Intrecci in collaborazione con Caritas Ambrosiana.

In questa realtà ci si sforza quotidianamente di costruire un percorso di accoglienza con persone che arrivano da diverse parti del mondo e da contesti socio culturali diversi tra loro. Queste persone sono tutte accumunate dal desiderio di ricominciare nel nostro Paese una nuova vita, a seguito di avvenimenti politico sociali nei propri Paesi di origine che le vedono costrette a intraprendere un lungo viaggio, spesso pieno di pericoli per la loro incolumità. È importante sottolineare la cooperazione tra gli operatori del centro, la Caritas Ambrosiana e una rete fondamentale di volontari che danno vita a un sistema di accoglienza e supporto a nuclei famigliari e donne singole. Il lavoro svolto si interfaccia a stretto contatto con Caritas Ambrosiana e la Prefettura di Varese.

Il sostegno fornito ai beneficiari del servizio si articola in particolare nel supporto legale, in relazione all’ottenimento dei documenti necessari a vivere in Italia, nel supporto sanitario – attraverso l’attivazione di tutti i servizi legati al Sistema Sanitario Nazionale – e all’insegnamento della lingua italiana per gli adulti, in aggiunta all’inserimento scolastico dei minori. Il tempo di accoglienza è transitorio perché l’obiettivo ultimo è quello di lavorare per sviluppare la maggiore autonomia possibile dei beneficiari del servizio. In questo senso, la struttura può essere vista come un luogo di approdo, volto a fornire assistenza a coloro che fuggono da realtà complesse, ma può anche essere visto come unluogo di ripartenza da cui riprendere il proprio cammino con un nuovo bagaglio di risorse acquisite.

Attualmente la casa Don Guanella ospita tre nuclei famigliari provenienti da diverse regioni del mondo e due donne singole. La rete dei volontari svolge un lavoro straordinario nella vita di tutti i giorni di queste famiglie. La rete è composta da sacerdoti, medici di base, da una pediatra, insegnanti in pensione e persone che, pur svolgendo altre professioni, danno il loro contributo non appena disponibili. Il supporto nell’accompagnamento scolastico dei minori, nell’apprendimento della lingua italiana per gli adulti, e il supporto sanitario, si rivelano quindi fondamentali.

Tra gli ospiti attuali c’è una famiglia curda proveniente dalla Turchia, composta da due genitori e due minori di nove e undici anni, entrambi affetti da disabilità.  Le differenze culturali, l’ostacolo inziale di una importante barriera linguistica, e lo “spaesamento” culturale dovuto al trasferimento in un Paese come l’Italia, si sono rivelate sfide importanti da affrontare. Anche la diffidenza inziale da parte dei genitori nel concedere fiducia alle persone incaricate di seguire i loro figli si è aggiunta come sfida ulteriore durante i primi passi del cammino. L’impegno e la determinazione da parte della famiglia stessa, degli operatori coinvolti nei diversi servizi alla persona, nonché dall’intera rete dei volontari, hanno però reso possibile un inserimento sul territorio che oggi merita di essere portato all’attenzione. Il lavoro di equipe degli operatori, delle scuole, e dei volontari ha potuto garantire in tempi relativamente brevi un sostanziale e proficuo inserimento del nucleo sul territorio, con la presa in carico dei due minori da parte di un Centro Riabilitativo per minori. Anche in questo caso il lavoro e il supporto di Caritas Ambrosiana si è rivelato preziosissimo.

Oggi la famiglia si trova in un secondo alloggio. Questo a testimonianza della capacità dell’intero nucleo di sviluppare un grado sempre maggiore di autonomia, grazie anche alla sinergia con i servizi sul territorio, oltre che alla forza di volontà nell’affidarsi con fiducia alle persone che gravitano a vario titolo attorno al nucleo stesso.

Ci piace sottolineare con un esempio concreto il valore della parola integrazione, che non rimane quindi un mero concetto astratto, ma può e deve assumere risvolti pratici capaci di dimostrare che là dove è presente uno sforzo comune e reciproco per un intento condiviso, l’integrazione è possibile. E diventa cosi fonte di arricchimento per una società che non può e non deve sottrarsi alle sfide del nostro tempo. 

Andrea Bianchi

Progetto “Cas Varese”

Il progetto “CAS VARESE” si occupa della prima accoglienza di nuclei famigliari di richiedenti asilo, nasce da un accordo fra la prefettura di Varese e CARITAS Ambrosiana in risposta all’ultima emergenza migratoria. Attualmente il progetto è attivo in due strutture: Casa Don Guanella di Barza D’Ispra, dove ospitiamo 4 nuclei familiari in struttura comunitaria; un appartamento autonomo adatto ad un solo nucleo presso la parrocchia di Lonate Ceppino. Agli ospiti è offerto vitto e alloggio, supporto legale ed educativo, necessari alla pensabilità e impostazione di un nuovo percorso di vita nel nostro paese. Centrale è l’idea di restituire ad essi dignità, autonomia, calore umano e responsabilità.

Il progetto ha come peculiarità quella di lavorare in stretta sinergia con gli enti ospitanti, ci si pone insieme un duplice obiettivo: quello di rendere migliore la gamma dei servizi offerti agli ospiti e quello di trasformare ogni incontro in un’occasione di crescita umana e culturale per ognuno dei soggetti coinvolti e dunque per l’intero territorio d’appartenenza.

Destinatari delle attività25
TitolaritàCaritas Ambrosiana
SedeProvincia di Varese
Anno di avvio2023
e-maila.agradi@coopintrecci.it