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Una delle collaborazioni più necessarie per chi gestisce un centro di accoglienza per persone straniere è quella con i CPIA (Centri permanenti istruzione adulti). In questi anni sul territorio abbiamo incontrato tantissimi insegnanti che con la loro passione e il loro impegno hanno sostenuto, e sostengono tuttora, i percorsi di integrazione e formazione dei nostri beneficiari. Per questo abbiamo deciso di porre a Maria Aiello, insegnante presso le sedi distaccate del CPIA di Cassano Magnago e Fagnano Olona, cinque domande a proposito del suo lavoro e della sua evoluzione nel tempo.

L’insegnamento è un lavoro complicato, cosa c’è di diverso o particolare nell’insegnare agli adulti stranieri?

Insegnare agli adulti stranieri significa prima di tutto avere una grande sensibilità ai problemi legati ai rapporti interculturali e una formazione alla tolleranza delle diversità, volte a creare un clima di dialogo e di apertura, in modo che si giunga al confronto e all’arricchimento reciproco. Scopo dell’educazione linguistica deve quindi essere anche quello di dare allo studente delle conoscenze adeguate ad un’analisi approfondita del tessuto sociale in cui si troverà ad operare. Quindi schemi d’interpretazione, parametri, strutture concettuali per affrontare l’”altro” e il “diverso” in maniera critica e costruttiva. Insomma, i benefici di un tale approccio riguardano non solo la competenza linguistica, ma ricadono sull’intera personalità.

Passione e fatica: due facce della stessa medaglia. Quanto conta la passione per superare le fatiche?

“La Passione supera tutta la fatica”. L’educazione didattica agli adulti stranieri è una grande missione; gli studenti sono i protagonisti, noi docenti siamo solo i formatori del percorso scolastico.

Quali sono queste fatiche che giornalmente una insegnante di italiano per stranieri adulti si trova ad affrontare?

Devo dire che le sole fatiche che incontro quotidianamente sono legate a mere questioni gestionali: le iscrizioni o il controllo dei documenti. Tutto il resto non può essere catalogato come fatica, fa parte del lavoro di ogni giorno ed è stimolante ed appassionante così com’è.

In questo periodo si parla molto di scuola, di DaD o di presenza fisica. Come è cambiato il mondo dell’insegnamento della lingua italiana agli stranieri?
Di fronte ad una situazione nuova, che ha cambiato le vite di tutti con l’isolamento sociale, la scuola si è ritrovata a dover necessariamente riconfigurare le proprie pratiche didattiche on-line. Anche la scuola per adulti stranieri ha fatto il possibile per avviare la Didattica a Distanza in modo da assicurare la continuità didattica, anche se necessariamente virtuale. Le scuole dotate del registro elettronico possono usufruire degli strumenti disponibili all’interno dello stesso, attivando anche aule virtuali. In contemporanea, sono state attivare altre piattaforme (es. G Suite e i canali su youtube) per caricare e condividere materiali didattici (documenti, video, etc).
Si può dire quindi che tutto è cambiato, le aule sono diventate virtuali, ma anche le lezioni, i libri e i compiti. Molti studenti fanno fatica a gestire in autonomia i compiti e le lezioni a causa della poca conoscenza della tecnologia.

Sono anni ormai che ci conosciamo e che collaboriamo, se ti dico “Intrecci” che cosa ti viene in mente? Un nome, una storia, un aneddoto.

La parola che mi viene in mente pensando alla parola “Intrecci” è unione indissolubile che ci lega nel rapporto quotidiano di lavoro da diversi anni.

A cura di Federica Di Donato

Info: f.didonato@coopintrecci.it