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Qual è stato il metodo che ha seguito in questi 20 anni la nostra cooperativa Intrecci per generare servizi e progetti? sicuramente il metodo della relazione. A contatto ed immersi nei territori, abbiamo incontrato persone di volta in volta definibili per una loro problematica specifica, ma prima di tutto abbiamo incontrato persone. Non serve fare il catalogo degli incontri, anche se navigando brevemente sul nostro sito nella sezione che Cosa facciamo è possibile farsi un’idea del caleidoscopio della nostra quotidianità, ma anche della nostra storia. Le relazioni ci precedono, ci definiscono, ci danno vita, generano risposte.

Sabato 23 settembre Intrecci ha messo al centro le persone con disabilità e la comunità socio sanitaria Casa Simona. Abbiamo proposto alla città di Rho un pomeriggio inclusivo, lasciandoci guidare da una frase del grande pedagogista Andrea Canevaro: “L’inclusione viaggia sempre. È impossibile tenerla ferma”. Abbiamo intrapreso un viaggio che ha messo in luce la positività di vivere relazioni inclusive, fra persone con disabilità e persone normodotate, mettendo in comune le capacità di ciascuno, chiedendo a coloro che non sperimentano direttamente una disabilità di cambiare sguardo e punto di vista.

Il viaggio nell’inclusione da noi proposto è stato caratterizzato da alcune tappe.

Nel percorso “Mettiti alla prova” non ci siamo affidati alle tecnologie del metaverso, comunque utili, ma abbiamo chiesto ai partecipanti di fare concreta esperienza di affidarsi ad un’altra persona per essere condotti in carrozzina su un percorso ad ostacoli, non molto dissimili da quelli che ogni giorno devono affrontare le persone con disabilità motoria. In un piccolo atelier di pittura, i partecipanti hanno realizzato alcune opere collettive sperimentando il gesto artistico con l’uso della sola testa, nello stesso modo in cui Maria Ines Biancardi realizza le sue opere, esposte fra l’altro all’interno di Casa Simona: protagonisti dei suoi quadri sono i colori, gli ampi orizzonti, il mare che nella sua poetica rende tutti uguali. Per sottolineare che siamo vitale movimento, Alessia Leone, danzaterapeuta, ha proposto un laboratorio di DanzaMovimentoTerapia, facendoci danzare tra Oriente e Occidente con le “foglie di settembre”. In collaborazione con l’ASD Judo Club Rho si è potuto scendere sul tatami e comprendere che lo sport è veramente esperienza per tutti. Non abbiamo quindi scelto di mettere in primo piano il servizio, ma Casa Simona come luogo di relazioni e di collaborazione con le realtà del territorio.

Il pomeriggio si è concluso con un apericena musicale, organizzato in collaborazione con l’Associazione Una Casa per Te e Cooperativa Terra Madre che a partire dalla gestione di beni confiscati alle mafie, nello specifico la ’Ndrangheta, offre percorsi educativi e di inserimento lavorativo a minori stranieri, accompagnati e non. Anche questa è inclusione.

A Casa Simona, abbiamo voluto quindi proporre un pomeriggio in cui mettere in evidenza la centralità della relazione e della corporeità perché l’inclusione non si genera solo a parole, anche se è importante dare nome alle cose ed usare il linguaggio corretto per parlare di disabilità, come c’insegna Iacopo Melio. A questo proposito, abbiamo voluto disseminare Casa Simona di alcune definizioni tratte dal suo ultimo libro “È facile parlare di disabilità (se sai davvero come farlo). La comunicazione giusta per un mondo inclusivo”. L’inclusione passa anche dalle parole che utilizziamo: abilitazione, accessibilità, autodeterminazione, autorappresentanza, pari opportunità, partecipazione.

Ci auguriamo di aver permesso ai cittadini rhodensi di passare un inclusivo pomeriggio insieme, non fra eroi o persone speciali, ma semplicemente fra persone capaci di entrare in relazione, ciascuno a suo modo, riconoscendo che, in quanto persone in divenire, siamo relazione.

Vi salutiamo, condividendo una poesia inclusiva generata dall’attività di DanzaMovimentoTerapia. Dal movimento e dalla rilettura dell’esperienza sono scaturite parole capaci di includersi ed esprimere in modo più immediato il nostro desiderio di inclusione, un viaggio inarrestabile da intraprendere on the road, sulle strade delle nostre comunità:

La vita è bella!
L’amore è simpatico
con il ballo del qua qua!
L’ amore è gioia!
Presto l’amicizia
e la speranza porteranno pace…
mani unite!
Salute,
serenità
e libertà nel vento.
Un buon viaggio
riprendersi
dalla maratona.
Con il desiderio
di un clima mite,
si apre un ventaglio
tra cinque e mille stelle.