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Dopo un lungo anno di (im)paziente attesa, nei mesi scorsi sono riprese alcune delle attività e iniziative che la pandemia aveva fermato: il progetto CULT Culture Pazienti è uno di questi.

Partito con l’intento di tornare a rendere umani i luoghi di cura, aveva in programma una fitta serie di eventi e laboratori da organizzare dentro all’ospedale di Garbagnate Milanese, ma in stretta connessione con il territorio circostante. Con l’avvento del Covid, gli ospedali sono stati costretti a limitare il più possibile gli accessi e tutto è stato messo in stand-by.

Solo un anno dopo è stato possibile riprendere le fila di ciò che era stato messo in pausa. Ma nel frattempo è successo di tutto, sia dentro che fuori dall’ospedale, e ognuno di noi è ben consapevole di quanto sia cambiata la nostra vita nell’ultimo anno.

Il progetto perciò è stato necessariamente ripensato e rimodulato in base alla nuova realtà: da dentro ci siamo dovuto spostare fuori dall’ospedale e al desiderio di rendere sempre i più connessi i luoghi di cura con il territorio di comunità circostante si è aggiunta la necessità di spazi di pensiero e riflessione su quanto sta ancora accadendo.

Il tema della cura, fin dall’inizio centro del progetto, è diventato ancora più centrale: cosa significa prendersi cura di noi stessi, degli altri e della comunità? Come la pandemia ha modifica il nostro modo di immaginarlo, dirlo e farlo? Quale rapporto c’è tra cura e cultura? La cultura e, più in generale la bellezza, possono essere strumenti di cura?

Nella ripresa abbiamo proposto esperienze leggere ma curate per recuperare benessere al termine di un anno (troppo) intenso: ci siamo fatti aiutare dalla natura (passeggiate), dalla bellezza (visita a ville storiche) e da un diverso modo di entrare in contatto con il corpo (yoga, tai chi chuan). Poi abbiamo provato a sperimentare alcuni mezzi artistici (lettura, pittura e fotografica) per riflettere e parlare di cura in modi diversi.

Ora sta per essere aperta la call pubblica per raccogliere i contributi e le riflessioni della comunità e restituirla al luogo di cura per eccellenza, l’ospedale di Garbagnate, nel corso della mostra che concluderà la Settimana della Cura.  Sarà una settimana molto ricca che chiuderà un progetto lungo e accidentato ma prezioso. Raccoglieremo le voci e le riflessioni di professionisti e cittadini sul tema della cura (conferenza), per restituirle a chi quotidianamente è impegnato in gesti di cura (cardiolina e maratona di lettura). Ci sarà uno spazio dedicato ai giovani e al benessere della mente e del corpo perché abbiamo imparato che, nonostante la fatica di tutti, le generazioni si sono prese cura di se stesse in modo diverso. L’evento finale sarà appunto la mostra, composta dai contributi di tutti coloro che abitano e lavorano i territori interessati dal progetto (Garbagnatese, Bollatese, Rhodense) e che desiderano condividere il proprio modo di intendere la cura.

Ovviamente la call pubblica, così come la Settimana della Cura, è aperta a tutti: ci piacerebbe che accanto al contributo dei professionisti trovasse posto anche quello dei cittadini attivi, degli utenti dei servizi, degli appassionati di arte, dei curiosi o di te che stai leggendo ….

Federica De Stefano

Info: a.lattuca@coopintrecci.it