Skip to main content

“Ogni volta che ti viene chiesto se puoi fare un lavoro, rispondi: Certo che posso! Poi datti da fare e scopri come farlo.” (Teddy Roosevelt)

Dal primo di Marzo siamo riusciti a dare vita ad un progetto che da tempo ci ronzava nella testa.
Con la chiusura dei CAS (Centri di accoglienza straordinaria) abbiamo necessariamente dovuto fare i conti con la fine di collaborazioni importanti con alcune Parrocchie con cui abbiamo lavorato per anni in modo proficuo.
E ci siamo detti che sarebbe stato un peccato lasciare andare delle relazioni così importanti. Questo pensiero si è presto accostato ad un’altra valutazione che deriva dal lavoro quotidiano con i richiedenti asilo e i rifugiati.
Spesso all’uscita dei progetti Siproimi/SAI i nostri beneficiari faticano a trovare delle situazioni abitative accessibili, un po’ perché non sempre i loro contratti di lavoro sono così stabili come il mercato richiede e un po’ perché spesso, molto spesso, ancora oggi devono fare i conti con pregiudizi ed episodi di velato razzismo. Così, partendo da questi due temi, abbiamo proposto alle Parrocchie di restare con noi ancora un po’ e di fare con noi un pezzo di strada in più, un pezzo di strada nuovo, ancora da costruire.

I passaggi sono stati molto veloci e trovare i “sì” necessari non è stato difficile.
Il Sì di Caritas Ambrosiana che ha deciso di investire su questa nostra nuova idea.
Il Sì delle Parrocchie di Saronno SS. Pietro e Paolo, Castellanza S. Giulio e Varese S. Massimiliano Kolbe che hanno deciso di continuare a destinare gli appartamenti ad un progetto di accoglienza.
Il Sì delle comunità e dei volontari che hanno rinnovato il loro impegno accanto a noi e agli ospiti.
Il Sì di alcuni beneficiari in uscita dai progetti CAS che hanno accettato la sfida dell’autonomia.

Abbiamo appena cominciato e per ora tutto il percorso è ancora in fase di avvio, ma è chiaro a tutti dove vogliamo andare. Vogliamo costruire rapporti, processi, scambi, relazioni e reti che possano portare, tra sei mesi, massimo un anno, alla completa autonomia di persone che già oggi hanno una discreta capacità di provvedere a loro stessi.
Punto di partenza fondamentale, su cui si basa questo progetto, è la capacità di autonomia minima richiesta agli ospiti in ingresso. Chiediamo loro di essere i veri protagonisti del loro percorso di integrazione, che spesso è già a buon punto, ma che deve diventare stabile e duraturo nel tempo e sul territorio. Per ora stiamo accogliendo sette persone tra Saronno e Castellanza, nel mese di Aprile prevediamo l’inizio del progetto anche a Varese per altri quattro ospiti.

Che cosa ci aspettiamo quindi? Il compito è quello di essere la rete di salvataggio, l’ultimo sostegno a cui rivolgersi se da soli proprio non ce la si fa. Questo ci permetterà di essere riferimento per ospiti e comunità, ma rende questi altri due attori i veri protagonisti della seconda accoglienza.

A noi spetta la regia e probabilmente non vinceremo un Oscar per il miglior lungometraggio, ma sicuramente scriveremo parte del film della vita di alcune persone che siano essi ospiti, operatori o volontari con cui condivideremo parte del cammino.

Federica Di Donato

Info: f.didonato@coopintrecci.it