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copertina 22dic2014Due realtà che si incontrano e intrecciano i loro cammini, per conoscersi, per condividere un’esperienza, per ascoltarsi reciprocamente, per guardarsi negli occhi, per creare insieme: sono gli anziani che frequentano il Centro Anziani “Stella Polare” di Rho e i ragazzi di Casa Elim, la comunità per minori stranieri non accompagnati situata a Villastanza di Parabiago.

Sono due realtà molto diverse anagraficamente, geograficamente e culturalmente ma con aspetti comuni sorprendenti: l’iniziale imbarazzo dato dalla nuova situazione, l’avvicinamento reciproco graduale ma via via più intenso, la voglia di conoscere l’altro e di realizzare con l’altro, il bisogno di riconoscimento e di affetto sincero e il desiderio di comunicare.

Per cinque giovedì, due nel mese di novembre e tre nel mese di dicembre, alcuni ragazzi di Casa Elim, accompagnati da Sara – una delle educatrici di riferimento del gruppo – hanno così incontrato alcuni anziani che frequentano “Stella Polare”, per partecipare ad un progetto comune: la realizzazione di portafoto per ognuno dei partecipanti.

I ragazzi e gli anziani hanno collaborato per dar vita a delle cornici che sono poi state dipinte a mano. In seguito sono state fatte delle foto significative ad ogni ragazzo insieme ad un anziano del centro che sono state poi inserite nelle cornici e consegnate ai ragazzi e agli anziani che hanno aderito al progetto.

Ciò che ha reso speciale questa piccola iniziativa, non è stata tanto la creazione del prodotto finale, ma il percorso che ha portato alla realizzazione delle cornici e delle foto: un percorso nel quale sia i ragazzi che gli anziani con il loro esserci si sono sentiti parte di un’unica realtà, viva e palpitante.

Questa singolare e positiva esperienza ci conferma, ancora una volta, che spesso le barriere ed i limiti vengono posti dal pregiudizio, dalla paura e dal non conoscersi. E’ stato “sufficiente” spiegare, comunicare, osservare, ascoltare, condividere, offrire colori, colla e cartoncino, per creare un clima di gioia e rispetto e per far sperimentare ad ognuno l’essere protagonista corale di un unico progetto.

Federica, Ada e Monica